Facciamo il punto sulle elezioni presidenziali in Polonia

di Boyan Stanislavski

Andrzej Duda

Le elezioni presidenziali polacche si sarebbero dovute tenere il 10 maggio 2020, ma sono state rinviate a causa della pandemia. Il primo turno alla fine si è tenuto il 28 giugno 2020 e il secondo turno si terrà il 12 luglio 2020. Ci sono principalmente due importanti candidati che si incontreranno di nuovo nel secondo turno delle elezioni: l’attuale presidente della Polonia, Andrzej Duda, il rappresentante del Partito Diritto e Giustizia, governato da Jarosław Kaczyński, e l’attuale sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, rappresentante di Piattaforma Civica, il partito di Donald Tusk. Dopo il primo turno delle elezioni, Andrzej Duda ha avuto il 43,5% dei voti e Trzaskowski il 30,5%.

Per i giornalisti si tratta di Elezioni particolarmente importanti perché potrebbero determinare il futuro politico del paese anche se io non le vedo tanto diverse dalle altre.

Forse l’eccitazione dei giornalisti viene dal fatto che c’è una vaga possibilità per il candidato dell’opposizione di vincere al secondo turno e questo significherebbe un ritorno della Polonia alla vecchia strada e nella famiglia dei paesi liberal democratici.

Penso che questa sia un’altra analisi sbagliata che non comprende la natura del processo politico interno. Si è voluto inquadrare queste elezioni in una specie di battaglia tra i liberal democratici e una sorta di autoritarismo nazionalista. Il primo round lo ha vinto Andrzej Duda, il candidato sostenuto da Diritto e Giustizia. Secondo i giornalisti, ha votato per lui chi vuole stabilire una specie di regime dittatoriale in Polonia ma ovviamente non è così, come non è corretto dire che chi ha votato per Trzaskowski sia ossessionato dalla liberal democrazia, cosa vera solo in parte. In realtà questo voto è stato di protesta contro il nuovo status quo implementato da Diritto e Giustizia a partire dalla sua vittoria delle elezioni parlamentari nel 2015, anno in cui anche Duda vinse le elezioni presidenziali.

Vinsero perché il loro slogan principale era “cambiamento” e di certo un cambiamento ci doveva essere, doveva avvenire.

Il cambiamento è in corso, è stato messo in atto ed è per questo che Diritto e Giustizia continua ad avere consensi ma dobbiamo domandarci se questo cambiamento sia stato buono o al contrario abbia portato ad un peggioramento.

L’opposizione, da parte del partito di Tusk e di quello di Trzaskowski, ha raccolto successi molto modesti proprio perché vuole fermare questo cambiamento, questo è il loro slogan. Loro vogliono far tornare il vecchio status quo liberal democratico, anzi quello neo-liberal democratico.

Questo è lo scontro tra l’anciene regime e il nouveau regime, cosa che è inaccettabile.

Bisogna capire che la gente che ha votato per Diritto e Giustizia non lo ha fatto perché lo considera parte di un generale movimento europeo contro la liberal democrazia, così come è stato inquadrato erroneamente dai media. La gente domenica ha votato per Duda perché ha avuto la sensazione di aver perso molto durante gli ultimi tre decenni di transizione. La transizione è stata una restaurazione del capitalismo, della forma più nuova del capitalismo neoliberale. Masse di persone sono cadute in condizioni economiche molto sfavorevoli e hanno sofferto negli ultimi trent’anni per lo smantellamento del vecchio sistema di sicurezza sociale che la vecchia repubblica polacca prevedeva prima del 1989 e fanno fatica a sopravvivere in questo ordine capitalistico neo liberale. Allo stesso modo anche molti degli elettori di Trzaskowski sono stati vittime della transizione, ma continuano a riporre le loro speranze, come la maggior parte della società polacca ha fatto fino a poco tempo fa, nell’Unione Europea, in un ulteriore sviluppo, nella crescita economica e in tutti i miti della transizione che erano diventati leve della propaganda.

Quelli che hanno votato Duda hanno perso la fiducia nelle istituzioni e nel sistema, quando in realtà Diritto e Giustizia e Duda non sono contro il sistema, in realtà stanno cercando di preservarlo ma con modalità diverse, perché il neo liberismo è stato un’onda di distruzione totale, un completo fallimento su troppi livelli: morale, economico sociale. Quelli di Diritto e Giustizia cercano di portare avanti l’idea di un ordine naturale delle cose, c’è la famiglia, c’è la chiesa, c’è la comunità, c’è la nazione. E con questo di fatto non stanno cambiando il sistema in nessun modo, stanno solo cercando di rimettere nella scatola in modo molto aggressivo tutte le cose che ne erano uscite e avevano causato caos. E questo piace a molte persone perché di fatto promuovono l’ideologia individualista, del successo individuale. Se si va indietro al 1989 molte persone si sono rese conto di non essere capaci di sostenere la transizione e la grande frustrazione che è cresciuta nella società ha portato la gente a votare per Diritto e Giustizia, per un partito che a molti in qualche modo sembra contro il sistema e questo perché si è permesso di rompere alcuni accordi per la transizione che erano stati presi durante la tavola rotonda nel 1989 1990.

Uno di questi accordi non rispettati è quello per cui la transizione non avrebbe mai dovuto essere criticata. Quando Diritto e Giustizia è nato, c’era ancora molta poca critica nei confronti di quello che si stava decidendo e ancora si parlava poco di quanto le masse avessero perso negli ultimi 30 anni. Ben presto, però, i politici di Diritto e Giustizia hanno cominciato a dire che la transizione non era giusta ed equa e che loro avrebbero risolto il problema.

Di fatto non hanno criticato il capitalismo e il neoliberismo, hanno cercato di esercitare una specie di gnosticismo anti comunista dicendo che il comunismo non era stato abolito completamente e che questa era la ragione della sofferenza delle persone, cosa che è chiaramente un non senso.

Guardando a quelli che invece hanno votato Trzaskowski la maggioranza di loro ha capito veramente che c’è stato un problema con la transizione ma vedono in Diritto e Giustizia un ostacolo alla continuazione del cambiamento. Puntano il dito sul fatto che Diritto e Giustizia rappresentano una sorta di dittatura, che porteranno la Polonia fuori dell’Unione Eu.

In questa polarizzazione emozionale tra chi supporta il cambiamento e chi è invece contro, il cambiamento che era stato promesso trenta anni fa non si è verificato. Questo ha giovato alla campagna elettorale che è stata un festival dell’atteggiarsi. Duda si è presentato come quello che rappresenta i cittadini normali, ordinari. L’ultima tappa della sua campagna elettorale è stata in un piccolo villaggio, circondato da abitanti di piccoli paesi che lui sostiene di rappresentare. Dall’altra parte Trzaskowski ha fatto una cosa che secondo me non è stata molto apprezzata dalla maggioranza della società. Il teatro della sua campagna elettorale è stato una delle aree più costose nel centro di Varsavia, con boutique costosissime in cui i cittadini ordinari non vanno, e non ha dimostrato di poter offrire qualcosa di diverso da quello che l’opposizione ha offerto negli ultimi due anni.

Il secondo accordo rotto da Diritto e Giustizia nella tavola rotonda del 1989 è stato che non ci sarebbe stata nessuna politica sociale. Nonostante questo dictat loro hanno introdotto alcune misure di supporto sociale fondamentali: il supporto per i bambini, circa 150 euro al mese a bambino; hanno stabilito un salario minimo; hanno anche abbassato l’età pensionabile.

Hanno agito cavalcando le emozioni di una società che ha bisogno di istituzioni su cui contare.

Con queste mosse giuste sono riusciti a rovesciare la situazione e la maggior parte delle persone li ha visti come quelli che hanno governato lo stato in favore dei cittadini.

L’opposizione non ha mai tirato fuori idee a supporto dei cittadini e non ha fatto altro che parlare di tornare sulla strada dello sviluppo e della democrazia. Molte persone non percepiscono la democrazia come qualcosa di essenziale. Per le persone che stanno soffrendo economicamente, tutti questi elementi astratti anche se importanti non giocano il ruolo principale. Quindi il sostegno dato a Diritto e Giustizia può essere considerato un voto di protesta nei confronti del regime imposto in Polonia dopo il 1989.

Il regime instaurato da Diritto e Giustizia negli ultimi due anni non è niente di meglio, anzi forse peggio, perché il loro obiettivo principale è diventare parte della classe dirigente, parte dell’establishment che comanda. Sono stati cacciati negli anni novanta restando agli estremi dell’arena politica per un po’ e ora vedono che l’unico modo di diventare parte di questa élite è di ingraziarsi le persone, ragion per cui hanno introdotto le misure di supporto sociale. Stanno anche facendo tutto ciò che possono per aggiustare l’ordine istituzionale dello stato in loro favore così anche se dovessero perdere il secondo round delle elezioni presidenziali, rimarrebbero sempre al potere, non verrebbero cacciati come era successo negli anni ’90.

Il loro atteggiamento e la loro cultura politica è stata davvero distruttiva. Hanno smantellato e si sono impadroniti della Corte Costituzionale, hanno devastato la sostituzione del sistema di giudizio e pubblici ministeri, stanno cercando di impadronirsi della corte suprema, si stanno impadronendo di molte istituzioni costituzionali, dei media pubblici. Tutto questo ha generato la sensazione che Diritto e Giustizia in un modo veramente brutale stia tentando di assicurarsi il potere. Questo tipo di critiche cominciano a venir fatte anche da coloro che all’inizio erano dei loro sostenitori.

Per quanto riguarda le loro relazioni con l’estero, fanno riferimento all’amministrazione di Trump e questo ha provocato molte crisi nella Unione europea, perché Donald Trump non è propriamente il leader che rispetta cose e persone. Si sono verificate molte tensioni a Bruxelles che hanno alimentato l’antieuropeismo del partito.

Sono diventati estremamente conservatori nella comunicazione politica, sono apertamente contro le organizzazioni che stanno difendendo i diritti LGBT, sono contro le iniziative europee volte a proteggere e salvaguardare i diritti delle donne, si dichiarano il partito che non permette ai rifugiati islamici di entrare nel paese. In questo periodo elettorale hanno fatto una propaganda veramente brutale contro qualsiasi idea progressista considerata aliena, che viene dall’occidente.

E oggi ci troviamo a dover scegliere tra due fazioni di destra: una che cerca di preservare il vecchio status quo, l’altra che cerca di stabilire un nuovo status quo che poi sarebbe un vecchio status quo 2.0.

Il sistema polacco tanto criticato alla fine è esattamente uguale. Il primo ministro rappresenta le banche e i loro interessi e non c’è alcuna intenzione sincera da parte di Diritto e Giustizia di cambiare veramente il sistema, a parte introdurre qualche misura sociale come probabilmente continueranno a fare per ottenere i consensi.

È possibile che perdano il secondo turno perché hanno decisamente sopravvalutato il potere della propaganda conservatrice e la sua efficienza. Hanno davvero esagerato, sono andati veramente oltre con i loro insulti e con la loro aggressione ai LGBT e contro tutto ciò che è percepito come i valori liberali europei. Questo potrebbe costare loro la sconfitta.

La cosa più sfortunata è che dobbiamo scegliere tra due partiti di destra e che la sinistra quasi non esiste. L’opposizione non ha proposto nulla se non mettersi allo stesso livello nella propaganda, non ha dato nessun messaggio concreto su come pensa di migliorare e ha continuato a ripetere il mantra su quanto grandiosa è l’Unione europea. La maggior parte dei polacchi ha parenti che sono migrati ad ovest e questa nozione del grande ovest, della grandiosa unione europea non sta facendo pesa più su nessuno.

L’ultimo elemento da considerare in questa analisi è che la sinistra ha reagito all’esito del primo turno delle elezioni in un modo molto isterico, invece di cercare di assumere un atteggiamento critico ed esaminare criticamente le prospettive. Si ingannano da soli e soprattutto sono divisi perché sostengono diversi candidati.

Sarebbe ora che i politici della sinistra polacca si cominciassero a concentrare su se stessi e ad ascoltare la richiesta di cambiamento. Dovrebbero sviluppare la loro identità invece di fare i guardiani del neo liberal capitalismo occidentale, con menti che non riescono a superare certe linee di demarcazione. Le destre in Polonia, e non solo, non hanno paura di nessun postulato, vanno avanti e dicono qualsiasi cosa pensano possa attirare le persone. La sinistra è sempre quella dei bravi ragazzi e questo deve finire, così non hanno nessuna speranza.  

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Boyan Stanislavski è un giornalista polacco che lavora per diverse organizzazioni di sinistra in Polonia ed in Europa