di Marlene Simonini – OTHERNEWS
Se una cura, un vaccino, non esiste ancora, sappiamo che esisterà. In questi mesi l’essere umano si è sentito in pericolo e ha tentato il tutto per tutto per la sopravvivenza. Sopravvivenza significa diverse cose: i canti sul balcone di casa per distrarsi, gli psicologi con le sedute online, la spesa in ambienti controllati, le mascherine, i fondi per la ricerca, il volontariato incrementato. L’istinto di sopravvivenza che prevale, anche in diversi modi. Fino a questa settimana, fino a quelle notizie positive che giungono dal fronte “vaccini&co”.
Asse Oxford-Pomezia (istituto Jenner dell’università di Oxford ed azienda italiana Irbm di Pomezia): il vaccino su cui si sta lavorando da mesi sembra produrre una risposta immunitaria contro il Covid19 ed i primi risultati sono già stati pubblicati sulla rivista scientifica “Lancet”. Il trial clinico, tuttora in corso su un campione di 1.077 volontari adulti sani sembrerebbe provocare una positiva risposta da parte di cellule T ed anticorpi. Se i risultati continueranno ad essere positivi, il candidato vaccino sarà testato su un secondo campione di 10.000 persone. I test sono stati condotti in Inghilterra, Brasile e Sud Africa, Italia scartata per la mancanza di un ambiente virale idoneo alla sperimentazione. Il team di ricercatori ipotizza che questo candidato vaccino potrebbe essere anche più forte dopo una seconda dose.
Nome del vaccino: ChAdOx1.
L’azienda farmaceutica AstraZeneca, che fornirà ai Paesi europei fino a 400 milioni di dosi, si sta già mettendo in moto per poter raggiungere un grado di produttività sempre più ampio, secondo un approccio all’accesso del vaccino che dovrà essere “ampio, equo e no profit”, come ha comunicato il colosso farmaceutico stesso.
Il ministro italiano della salute Roberto Speranza, al momento della firma per garantire le dosi destinate all’Europa, aveva dichiarato: “L’impegno prevede che il percorso di sperimentazione, già in stato avanzato, si concluda in autunno con la distribuzione della prima trance di dosi entro la fine dell’anno. Il vaccino è l’unica soluzione definitiva al Covid 19. Per me andrà sempre considerato un bene pubblico globale, diritto di tutti, non privilegio di pochi”.
Una bello smacco alla prova di sopravvivenza, quella abbiamo qui ed anche una notizia per cui guardare al futuro con un’ombra in più di positività.
La storia delle 118 aziende in corsa per il vaccino qui di seguito 👇