The Sunday Breakfast – 30 – panoramica sui fatti globali della settimana

a cura di Cecilia Capanna

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4 – 10 maggio 2020 – di Cecilia Capanna

È passata la prima settimana della Fase 2. La morsa del lock down si è allentata, è il primo passo verso una nuova “normalità”, scongiurando la ripresa dei contagi, cosa che appureremo nei prossimi giorni.

TG e giornali negli ultimi due mesi non hanno parlato e non parlano di altro che del COVID-19: del vaccino, nuovi test, app sul telefono, plasma con anticorpi e altre cure, oppure si fa la conta dei morti, dei contagiati, del PIL sotto zero e delle conseguenze della crisi mondiale. Un bollettino di guerra.

E di guerra molti hanno parlato riferendosi alla pandemia, quando la guerra però è un’altra cosa.  La guerra la fanno gli umani ammazzandosi a vicenda e la posta in gioco è sempre la supremazia, il bene di uno a discapito di un altro, mors tua, vita mea.

La pandemia invece colpisce tutti e tutti dovrebbero combatterla uniti. È un nemico invisibile, terribile, contro l’intera umanità: mors tua è pure mors mea. E la posta in gioco di questa battaglia è una cosa ancora dura da capire purtroppo: il Bene Comune.

VITA TUA, VITA MEA

Sembrerebbe che l’abbiano capito, piano piano, senza fretta, U.K., Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Norvegia e Arabia Saudita, che insieme alla Commissione Europea e gli ambasciatori al suo interno di altri paesi come la Cina, questa settimana hanno fatto un’alleanza per trovare un vaccino, stanziando 8 miliardi di dollari. Un’alleanza che Ursula von der Leyen ha definito “l’inizio di una cooperazione globale senza precedenti”. USA e Russia non hanno aderito.

Sembrerebbe che l’abbia capito anche l’Eurogruppo che, nonostante la propria gravissima recessione stimata dal NY Times la peggiore di sempre, piano piano, senza fretta, ha trovato un accordo sul MES. Una soluzione, non da tutti condivisa, per aiutare economicamente i paesi membri in difficoltà.

Speriamo che il Bene Comune sia al centro del dibattito sulla ripresa post Covid anche per quanto riguarda i problemi del Clima e dell’Ambiente, grave minaccia per tutti come la pandemia, e che quindi venga messo a punto un Green Deal concreto, con misure efficaci, come analizza la BBC.

TRUMP BALLA DA SOLO

In tutto questo gli Stati Uniti sembrano essere solo preoccupati della propria economia. L’unico accordo per cui sono in trattativa è infatti con il Regno Unito per il libero scambio tra i due paesi.

Per il resto Trump attacca violentemente la Cina, la più temuta rivale nella competizione economica globale, ora accusata di avere tutte le responsabilità della pandemia, inclusa la genesi del virus che sarebbe stato creato in un laboratorio di Wuhan. Un’ipotesi smentita sia da Fauci che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata dal presidente americano di essere filo-cinese.

Non dimentichiamo che il presidente USA è anche uscito dall’accordo di Parigi sostenendo che il problema del Clima è un inganno, “a hoax”, inventato, guarda un po’, dalla Cina.

E filo-cinese secondo Trump è anche il suo competitor alle elezioni presidenziali, Joe Biden, il che rivelerebbe in buona parte il perché di tanto clamore contro la Cina ora: in un momento in cui i consensi cadono a picco per la cattiva gestione della pandemia, è propaganda elettorale sull’onda anti-cinese globale.

GUERRE FREDDE

Gli Stati Uniti non sono i soli a reclamare i danni, anche l’Ue chiede un risarcimento alla Cina, così come altri paesi, tanto che qualcuno parla di “nuova guerra fredda” a causa del Covid. Per aggiungere carne sul fuoco, Trump inoltre lancia nuove armi e strategie nel tentativo di colmare il grande gap missilistico con la Cina.

Mentre la Guerra Fredda storica tra USA e Russia, che ha strascichi sempre latenti nonostante la caduta del Muro di Berlino 30 anni fa, sembra non voler cessare definitivamente nemmeno con la pandemia. Nelle ultime ore infatti il Ministero della Difesa russo ha segnalato l’ingresso di navi militari statunitensi e britanniche nel Mare di Barents per esercitazioni. 

E l’Italia, da sempre nel mezzo, sul confine rovente tra i due blocchi, viene tirata in ballo dal segretario alla difesa USA Mark Esper che la mette in guardia da Cina e Russia: sfrutterebbero il virus per influenzarla ed avere più potere attraverso 5g, aiuti e industria, così come hanno fatto con i paesi africani.

A VOLTE TORNANO

Per quanto riguarda l’altro nemico storico di Trump, il Presidente della Corea del Nord Kim Jong-Un, alla fine non è morto e si è rifatto vivo rumorosamente: ci sono stati colpi di arma da fuoco al confine con la Corea del Sud in una zona demilitarizzata. C’è chi dice che forse non è stato intenzionale.

SPESE DI FUOCO

Tirando le somme, mentre il mondo affronta una pandemia e la maggior parte dei sistemi sanitari è al collasso, dimostrando l’inadeguatezza causata dagli investimenti insufficienti nella sanità, sembra che il principale problema invece sia ancora la minaccia bellica tra paesi, in barba allo slogan “uniti ce la faremo”. È appena stato raggiunto, infatti, il nuovo record nella spesa militare mondiale di 1.917 miliardi di dollari nel 2019, sarebbe a dire 60.800 dollari al secondo, il che dimostra chiaramente che non c’è mai crisi per l’industria della guerra. L’analisi approfondita del nostro Gianfranco Maselli 👉 Nuovo record delle spese militari globali, mentre infuria una pandemia

UOMINI “FORTI”

Di pari passo con la corsa agli armamenti, si mettono in evidenza con colpi di mano leader mondiali dal pungo di ferro, che mettono in serio pericolo la democrazia.

Come Bolsonaro in Brasile, che sta dando sempre più potere ai militari mentre vessa le popolazioni indigene per appropriarsi delle loro terre.

Come Orban, che dopo aver assunto i pieni poteri ed aver reso l’Ungheria un paese non più democratico ma a “regime ibrido”, discrimina gay e transgender e non ha ratificato la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

Come Erdogan in Turchia, le cui autorità hanno impedito di esibirsi e arrestato per terrorismo alcuni musicisti della Band Grup Yorum, il cui bassista Ibrahim Gökçek, e prima di lui Helin Bölek, sono morti dopo quasi un anno di sciopero della fame per reclamare i loro diritti alla libera espressione, alla libertà, ad un giusto processo.

Come Al-Sisi, che ha reso l’Egitto un paese in cui persone che si oppongono al regime vengono arrestate e talvolta fatte sparire. È successo a Mustafa Hany, un blogger sparito nel nulla, è successo a Patrick Zaki, in carcere da tre mesi senza motivo e la cui udienza per la scarcerazione è stata rimandata per l’ennesima volta, è successo a Shady Habash, morto in carcere a 22 anni per aver girato un video ironico su Al-Sisi. Non dimentichiamo la terribile storia di Giulio Regeni e la giustizia ancora tutta da fare.

Segnaliamo 👉 le strategie e le iniziative in corso per stato di emergenza e Diritti Umani, organizzate dalla Rete “In difesa di”.

UOMINI NUOVI

Contemporaneamente salgono al potere nuove figure politiche che si trovano a dover rimediare ai danni di vecchi regimi dittatoriali, come Mustafa Al-Kadhimi che è il nuovo Capo del Governo iracheno e quello che lo aspetta non è un compito semplice. L’analisi puntuale del nostro Guglielmo Rezza 👉 Un Governo per l’Iraq

SALDE CERTEZZE

Sicuro è che la crisi del COVID richiede leader politici veri perché, come sostiene lo scrittore Paolo Giordano nel suo libro “Nel contagio”, “In tempi di contagio siamo parte di un unico organismo; in tempi di contagio torniamo ad essere una comunità”, o almeno dovremmo.

Solo investimenti sostenibili e cooperazione globale possono sconfiggere il Covid-19 ed impedire alla pandemia di buttare all’aria l’agenda delle Nazioni Unite per gli SDG.

Solo unendoci tutti, abitanti della terra, possiamo sperare di far fronte alle minacce nei confronti dell’umanità. Questo è l’appello di Riccardo Petrella e dell’Agorà degli abitanti della Terra 👉 Appello ad aderire ad un’alleanza trans-nazionale di tutti i cittadini del mondo

FINALMENTE!

La redazione tutta di OTHERNEWS ha appreso con infinita gioia la notizia della liberazione di Silvia Romano. Speriamo di saperla presto in Italia, al sicuro.

Grazie per l’attenzione, buona domenica, alla prossima settimana!

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