a cura di Cecilia Capanna
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di Gianfranco Maselli – 19-25 ott 2020
Cosa imparare dal cammino del Sud America? C’è veramente un effetto domino dietro l’angolo pronto a travolgere le tessere del neoliberismo nel continente? La vittoria dei democratici nelle vicinissime elezioni americane potrebbe rappresentare l’innesco finale di questa reazione a catena? Cosa sta accadendo in Libia negli ultimi giorni e perché oltre all’accordo per il cessate il fuoco c’è ben più da sapere? A queste domande cerchiamo di rispondere nella nostra rassegna stampa di questa settimana, un resoconto dei fatti globali dove l’unica luce priva di ogni torpore è quella di Papa Francesco e di una sua dichiarazione, ormai sulla bocca di tutti. In questi ultimi giorni la parola chiave sembra essere trasformazione.
SECONDO CICLO
Qualcosa è cambiato in Bolivia e, se ci si ferma un attimo, potrebbe sembrare di percepire una brezza di mutamento anche altrove. L’esito delle elezioni nel paese ha visto trionfare il partito di Evo Morales ora guidato da Luis Arce, il MAS, che come la risacca del mare avanza nuovamente, riacquistando consenso e risucchiando quel frangiflutti che è stato la presidenza ad-interim di Jeanine Áñez.
Nel risultato delle elezioni boliviane, tuttavia, si potrebbe ravvisare ben altro, il segnale dell’imminente ritorno di qualcosa di ben più grande di una risacca isolata al territorio Boliviano. L’analisi offertaci dal sociologo Emir Sader ipotizza un secondo ciclo anti-neoliberista che potrebbe ritornare ad investire l’intera America Latina👇
ESTALLIDO
Ad avvalorare la tesi di un possibile ritorno ad un progetto progressista in Sudamerica ci sono anche i recenti fatti che coinvolgono il Cile, un paese attualmente condotto da un governo di centro destra neo-liberale. Qui il movimento di proteste, battezzato Estallido “lo scoppio” e riaccesosi ad un anno esatto dalle manifestazioni dell’Ottobre dell’anno scorso, è chiaramente il sintomo di un paese che vuole cambiare, lasciandosi alle spalle il passato. Il momento migliore per farlo e, soprattutto, il più atteso è il referendum previsto per oggi stesso. Che cosa prevede precisamente? Cosa c’è alla base delle proteste Cilene che, dopo un anno, sembrano riprendere senza aver perso minimamente vigore? Ce lo spiega la nostra Naomi Di Roberto 👇
TESTA E CODA
Gli Stati Uniti non sono certo una tessera qualunque all’interno di questo lungo domino che sembra adagiarsi come un serpente sull’intero continente, da Nord a Sud America. Dopo l’ultimo dibattito televisivo che ha visto sfidarsi Joe Biden e Donald Trump con toni decisamente più moderati rispetto quelli a cui siamo stati abituati nelle ultime settimane, è facile convincersi del fatto la vittoria dei Democratici potrebbe rappresentare l’innesco finale della reazione a catena progressista in Sudamerica. Se Donald Trump dovesse perdere le elezioni la testa del serpente verrebbe recisa di netto, compromettendo seriamente il resto del corpo, adagiato lungo il sud del continente. Leader di destra come Bolsonaro e Sebastian Pinera perderebbero un sostegno importante, mentre il secondo ciclo anti neo-liberale guadagnerebbe ancora più potenza.
Intanto, come se le imminenti elezioni presidenziali non fossero abbastanza, non mancano ulteriori momenti concitati negli Stati Uniti. Il dipartimento di giustizia ha avviato una causa contro Google. Le accuse, a cui il gigante cella tecnologia dovrà rispondere entro il 19 Novembre, sono di violazione delle leggi antitrust. Si tratta di un momento storico, considerando che le autorità statunitensi non prendevano di mira una grande azienda tecnologica dai tempi della battaglia prolungata contro la Microsoft, sostenuta ormai vent’anni fa.
Undici stati hanno deciso di firmare la denuncia in cui si accusa il colosso americano, che ha aumentato incredibilmente il suo fatturato durante la pandemia assieme a pochi altri super ricchi, di aver abusato del suo monopolio nelle ricerche online. Il documento potrebbe avere l’effetto di rafforzare i meccanismi antitrust degli Stati Uniti, atrofizzati da due decenni di immobilità.
UN PASSO AVANTI
L’unica luce davvero candida di questa rassegna stampa è quella di Papa Francesco e di una dichiarazione che ha fatto il giro del mondo in poche ore, lasciando intravedere prospettive completamente inedite. La settimana scorsa abbiamo parlato delle sue encicliche ma in questi ultimi giorni il suo si alle unioni civili omosessuali è sulla bocca di tutti. Rosarianna Romano ci parla della sua rivoluzionaria dichiarazione, per molti un passo avanti straordinario 👇
ACQUE IMPERVIE
Fa discutere nelle ultime ore la notizia del raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco permanente in Libia, da parte delle Nazioni Unite. L’accordo è stato firmato venerdì mattina a Ginevra dai rappresentanti dei due schieramenti guidati da Fayez al Serraj e da Khalifa Haftar. L’ONU lo ha definito una risoluzione storica ma la nostra narrazione delle vicende libiche non può certo arrestarsi a questo. Il vento in Libia è cambiato ma l’aria di mutamenti non procede in senso univoco: le acque sono tutt’altro che quiete.
Dopo l’arresto di Abdal-Rahman Milad, capo della guardia costiera libica meglio noto come Bija, è la Turchia a prendere il controllo della stessa guardia costiera, impossessandosi delle vedette italiane donate da Roma a Tripoli e rafforzando la sua presenza nella regione. L’accaduto mette a nudo gli errori commessi dal nostro paese attraverso investimenti finalizzati al blocco del flusso dei migranti piuttosto che alla cooperazione per raggiungere una stabilità nell’area. Lo schiaffo si intensifica dopo la notizia dei 18 pescatori sequestrati in Libia da più di 50 giorni.
Dei due pescherecci e dei loro equipaggi, formati da otto italiani, sei tunisini, due filippini e due senegalesi, non si ha più notizia dal fermo avvenuto ad una quarantina di miglia dalle coste della Libia, all’interno di una porzione di mare che quest’ultima rivendica dal 2005 unilateralmente come propria zona economica esclusiva. Ai numerosi appelli si è unito l’augurio di Papa Francesco, affinché affidandosi a Maria, Stella del mare, i pescatori mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari.
Grazie dell’attenzione, buona domenica, alla prossima settimana.
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