I traguardi delle donne dal 2020 ad oggi: voci di speranza

Nonostante la pandemia globale, l’esercito femminile non si ferma nella lotta per i propri diritti. Dal 2020 ad oggi: ecco tutti i traguardi delle donne degni di nota. Vittorie che trasmettono speranza.

di Naomi Di Roberto – OTHERNEWS

 Traguardi delle donne dal 2020 ad oggi
Immagine ricavata da IlPost.it

Questa settimana è stata la ricorrenza della Festa della Donna, un evento che, ogni anno, pone l’obbligo di riflettere in maniera più attenta ed accurata sulla società in cui attualmente viviamo.

Diritti delle donne violati, parità di genere, ingiustizie sociali sono tematiche di cui raccontiamo quotidianamente, all’ordine del giorno. Eppure, spesso, ci dimentichiamo delle lotte per l’emancipazione, delle conquiste economiche e politiche che vanno indistintamente celebrate.

Ad oggi, c’è infatti un altro volto della medaglia, qualcosa che sta cambiando: un esercito, tutto al femminile, che non intende fermarsi in materia di diritti. Traguardi, voci di donne di tutto il mondo che trasmettono speranze.

In Sierra Leone le ragazze incinte tornano a scuola

Partiamo dalla Sierra Leone. A marzo del 2020 è stato finalmente abolito il divieto, emanato nel 2015 dal governo di Freetown, che proibiva alle ragazze incinte di andare a scuola. La misura fu introdotta quando, per contrastare il propagarsi del virus ebola, le scuole rimasero chiuse provocando l’inaspettato aumento delle gravidanze in età adolescenziale.


Secondo quanto denunciato da Amnesty, ad ottobre del 2019 proprio il Ministero dell’Istruzione del Paese avrebbe anche diffuso una circolare che spiegava l’impossibilità da parte delle ragazze incinte di imparare e la loro capacità di “influenzare negativamente le compagne di classe a svolgere attività sessuali e a rimanere a loro volta incinte”.

In sostanza: prima partoriscono poi potranno tornare a scuola. Alle ragazze madri era vietato dunque frequentare le lezioni, presentarsi agli esami o avere rapporti con i compagni. Secondo quanto dichiarato da Africarivista, in Sierra Leone circa il 30% delle ragazze in età scolare rimane incinta, il 40% si sposa all’età di 18 anni.

Il Ministero dell’Istruzione del Paese ha confermato il massimo impegno per garantire a tutti il diritto all’istruzione, senza distinzioni.

In Nuova Zelanda prodotti igienici gratuiti nelle scuole

Perché mai le alunne non dovrebbero rinunciare periodicamente alla loro istruzione a causa di qualcosa che è parte normale della loro vita!” dichiara ad Amnesty la Prima Ministra Neozelandese Jacinta Ardern.

E’ proprio così: in Nuova Zelanda, a partire da giugno 2021, ogni scuola pubblica avrà la possibilità di fornire prodotti igienici gratuiti alle alunne che ne avranno bisogno.

Un esempio da non sottovalutare, un accenno di modernità, di tutela e sviluppo per una società ed un’istruzione con sempre meno tabù.

Il traguardo delle donne argentine

Dopo circa dieci anni di richieste, lo scorso Dicembre l’Argentina ha legalizzato l’aborto. La legge, approvata prima in Camera e poi in Senato, consente alle donne di abortire in modo volontario fino alla 14esima settimana di gestazione. Nel caso in cui la madre fosse in pericolo di salute, o fosse rimasta incinta per stupro, l’aborto potrà essere effettuato anche per un periodo successivo.

Un traguardo, quindi, non di poco conto: dai dati raccolti si stima infatti che circa 450mila donne argentine abbiano abortito nel 2020 e che, ogni anno, nel Paese ci siano fra i 370 e i 520 mila aborti clandestini, con circa 50 decessi proprio a causa di tale pratica. 

E in Polonia?

Ricordiamo che, attualmente, la Polonia possiede una delle legislazioni più restrittive in merito all’aborto. Lo scorso ottobre, infatti, il Parlamento del Paese vieta il diritto anche in caso di malattie e/o malformazione del feto. La decisione fece scattare una serie di proteste nonostante i limiti alla circolazione e all’assembramento dovute all’emergenza sanitaria.

L’8 marzo 2021, in occasione della Festa della Donna, 8 Parlamentari italiane firmano il Manifesto polacco per il diritto all’aborto intitolato “Noi, donne europee non rimarremo in silenzio”.

Lo stesso giorno si è inoltre tenuto un flash-mob davanti all’ambasciata polacca, in contemporanea a Varsavia e ad altre capitali dell’UE in nome delle donne e delle loro libertà.

Che la paura dei diritti negati sia più forte di quella di ammalarsi?

Leggi anchePolonia tra le legislazioni sull’aborto più restrittive d’Europa

In Cile la prima Costituzione paritaria al Mondo

Il 25 ottobre il Cile ha deciso di sostituire la sua costituzione, ultima eredità della dittatura del generale Pinochet. Questa sarà la prima Costituzione paritaria al Mondo, cioè scritta da un’assemblea costituente formata per metà da uomini e per metà da donne.

Fino alla fine del 2020 le dono erano sottoposte a numerosissime ingiustizie sociali. Per fare un esempio, esisteva l’impossibilità di sposarsi prima che fossero trascorsi 270 giorni dal divorzio o dalla morte del marito (il motivo è quello di evitare dubbi sulla paternità dei figli). L’aborto è stato introdotto solo nel 2017.

Mutilazione genitale femminile in Sudan

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Immagine ricavata da Focusonafrica.info

Con la modifica del Criminal Act, in Sudan chiunque pratichi le MGF (Mutilazione Genitale Femminile) rischia una pena di tre anni di carcere.  

Secondo i dati ONU, circa l88% delle donne sudanesi tra i 15 ed i 49 anni è stata sottoposta alla mutilazione genitale femminile. Con questa pratica la tradizione vuole che si sarebbe onorata la tradizione e garantita la loro purezza. In realtà, le giovani così facendo sono esposte a rischi fisici non indifferenti tra cui infertilità, dolori durante gli atti sessuali, complicazioni durante il parto e perfino la morte.

L’abolizione della MGF rappresenta una vera e propria svolta per le donne sudanesi del futuro.

Leggi anche: Mutilazione Genitale Femminile in Sudan: svolta per le ragazze del futuro

La verità sulla schiavitù sessuale in Giappone

Dal 1932, circa 200.000 donne furono ridotte in schiavitù sessuale dall’esercito giapponese in diversi Paesi asiatici ed in molte isole dell’Oceano Pacifico.

Le chiamavano “donne di conforto”: donne rapite, ingannate, vendute dalle proprie famiglie rese povere dalla guerra, e costrette per anni a lavorare nelle “stazioni di conforto” allestite per i soldati. La maggior parte di loro aveva meno di 20 anni, le più piccole 12. 

Dopo una dura battaglia durata almeno 30 anni, l’8 gennaio 2021 il tribunale distrettuale centrale di Seul ha stabilito che il governo giapponese dovrà risarcire i danni a ben 12 donne coreane.

Per la prima volta, afferma Amnesty, un tribunale della Corea del Sud ha riconosciuto le responsabilità del Giappone, aprendo così la strada ad altri pronunciamenti in favore della giustizia.

India, donne e contadini contro le nuove leggi

In occasione della Giornata Internazionale, migliaia di donne con sciarpe gialle (simbolo dei campi di senape), si sono unite alle proteste dei contadini contro le nuove leggi agricole. Queste ultime, infatti, aprirebbero il settore agricolo dell’India ad acquirenti privati. 

Una forza lavoro importantissima, seppur invisibile, che intende però dire la propria in merito di lavoro e diritti.

Secondo quanto riportato da Aljazeera, quasi il 75% delle donne rurali in India che lavorano a tempo pieno sono agricoltori, secondo il gruppo anti-povertà Oxfam India, il numero potrebbe aumentare man mano che gli uomini migrano verso le città per lavoro.

Tuttavia, meno del 13% delle donne possiede la terra che coltiva.

Il Regno Unito abolisce la tassa sugli assorbenti

Ultima pills, a Gennaio 2021 il Regno Unito ha abolito la tassa sugli assorbenti . Questi ultimi infatti, catalogati come “beni di lusso”, erano soggetti ad un’iva parti al 5%: una vera vittoria dopo anni di manifestazioni da parte delle associazioni femminili.

Una scia su cui si sta muovendo anche l’Unione Europea: anch’essa infatti potrebbe presto eliminare la tassa in tutti gli Stati membri.