Julian Assange libero, anche l’Italia si mobilita alla vigilia dell’udienza sull’estradizione

di Sputniknews

Il 23 febbraio in Piazza del Popolo a Roma si terrà la prima manifestazione italiana a sostegno del fondatore di Wikileaks Julian Assange. Se i magistrati di Londra concederanno l’estradizione negli USA, Assange rischia 175 anni di detenzione.

Un flashmob in piazza del Popolo, a Roma, alla vigilia della prima udienza del processo per l’estradizione negli USA di Julian Assange. Domenica 23 febbraio il gruppo Italiani per Assange chiama a raccolta tutti i cittadini “informati e consapevoli” per ribadire l’importanza della libertà di stampa e di informazione e chiedere la liberazione del giornalista australiano, attualmente detenuto in isolamento nel carcere di Belmarsh, a Londra, e l’opposizione totale alla sua estradizione negli Stati Uniti.

L’evento prevede una sedia vuota ispirata all’opera dell’artista Davide Dormino “ Anything to say? ” sulla quale si alterneranno coloro tra i presenti che vorranno far sentire la loro voce a favore di Assange. Assange che, dopo essersi rifugiato per 7 anni all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, è rinchiuso da quasi un anno in isolamento e che, con l’estradizione rischia 175 anni di reclusione per aver diffuso attraverso la piattaforma WikiLeaks, di cui è fondatore, numerosi crimini dei governi di tutto il mondo.

Serena Ferrario, responsabile del gruppo “Italiani per Assange” spiega a Sputnik Italia i dettagli dell’iniziativa

Si tratta del primo evento che organizzate?

Sì, questo è il primo evento che viene organizzato dal gruppo “Italiani per Assange”; nel nostro paese esiste un’altra realtà a sostegno di Julian Assange, il Comitato per la liberazione di Assange, con cui abbiamo iniziato a collaborare per organizzare iniziative volte a sensibilizzare il pubblico sul caso del giornalista australiano e sull’importanza storica che il lavoro di Wikileaks e il processo giudiziario che vede coinvolto Assange, in veste di suo ex caporedattore, rivestono per la difesa della libertà di informazione.

Quale partecipazione attendete all’evento? 

Ci aspettiamo di vedere almeno un centinaio di persone; auspichiamo ovviamente che la diffusione del comunicato stampa possa attirare più gente possibile ad un evento in cui crediamo molto per i messaggi che ci proponiamo di veicolare.

L'opera Anything to Say di Davide Dormino

© FOTO : FOTO FORNITA DAL GRUPPO “ITALIANI PER ASSANGE” L’opera “Anything to Say” di Davide Dormino

L’evento a Roma si svolgerà in contemporanea con alter città nel resto del mondo?

L’evento avrà luogo il 23 febbraio, il giorno prima dell’inizio del processo per l’estradizione di Assange negli USA. In questi mesi diversi gruppi formatisi spontaneamente in tutto il mondo hanno organizzato e promosso iniziative per sensibilizzare il pubblico sulla vicenda di Assange e spiegare quali sono le conseguenze di quella che- secondo il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla Tortura, Nils Melzer-, è nientemeno che una persecuzione e una tortura perpetrata da nazioni che si professano democratiche a danno di un giornalista, la cui unica colpa è di aver rivelato crimini di guerra di governi occidentali. Eventi come il nostro si stanno diffondendo e intensificando in diverse città, soprattutto a Londra dove si celebra il processo, segno che la consapevolezza attorno all’incriminazione di Julian Assange e alle sue conseguenze (se l’estradizione dovesse effettivamente essere concessa) sta crescendo.

La vostra organizzazione è apolitica, o fa riferimento a qualche sigla partitica?

Italiani per Assange è un gruppo che si è formato spontaneamente sui social a giugno dello scorso anno e che riunisce cittadini con background e orientamenti politici e religiosi diversi.

Riteniamo che il caso Assange non abbia e non debba avere una coloritura politica specifica (né, tantomeno, affiliazioni partitiche), né che lo si possa strumentalizzare in tal senso. Politico è invece l’attacco ad Assange, ma non riguarda solo lui o i giornalisti; riguarda tutti noi, nella misura in cui chiama in causa temi fondamentali come la trasparenza dei governi, il diritto all’informazione e alla conoscenza come strumenti di esercizio del controllo democratico dei cittadini sui propri governi.

Il proposito che perseguiamo è proprio quello di informare i cittadini, perché essere informati è il primo e più fondamentale atto di resistenza contro l’oppressione e la manipolazione politica. Storicamente, ogni volta che l’informazione è stata censurata o distorta, abbiamo assistito alla nascita di regimi totalitari; il consesso democratico, per contro, si basa su un libero flusso di informazioni, come quello reso possibile da Wikileaks e da altri media indipendenti.

Le accuse contro Assange

Assange, accusato di molestie sessuali e stupro in Svezia nel 2010, accuse nel frattempo decadute, si è rifugiato da giugno 2012 presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, beneficiando dell’asilo politico. La mattina dell’11 aprile 2019, è stato arrestato su richiesta degli Stati Uniti. Un tribunale di Londra lo ha dichiarato colpevole di violazione delle condizioni della cauzione e lo ha condannato a 11 mesi di carcere.

Le autorità statunitensi hanno dichiarato alla fine di maggio di aver accusato Assange di aver violato 17 articoli della legge sullo spionaggio e la divulgazione d’informazioni classificate come segrete. Assange in precedenza, era stato accusato di cospirazione per azioni di hackeraggio. Il 24 febbraio 
il tribunale londinese di Westminister ospiterà la prima udienza del procedimento per la richiesta di estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks.

Video – Assange nella camionetta della polizia a Londra

@ AP Photo / Kristy Wigglesworth