The Sunday Breakfast – 28 – panoramica sui fatti globali della settimana

a cura di Cecilia Capanna

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20 – 26 aprile 2020 – di Guglielmo Rezza

PARTIAMO DAGLI AUGURI

Quando tutte le giornate, col prolungarsi della quarantena, tendono ad assomigliarsi, si rischia di perdere il senso delle celebrazioni e delle festività e di non vivere quelle giornate che ravvivano la memoria di eventi fondamentali. Dunque, ancor prima di cominciare a raccontare gli eventi della settimana, ecco una storia poco conosciuta di Resistenza raccontata da Cecilia Capanna per il 25 Aprile. 👉 75 anni fa, Buffalo Soldiers sulla Linea Gotica si immolarono per la libertà dell’Italia

Questa settimana, il 22 Aprile, si è anche celebrato l’Earth Day: gli esseri umani si ritirano nelle proprie abitazioni e la natura prova timidamente e temporaneamente a rioccupare alcuni degli spazi che l’uomo sta lasciando. Ora più che mai, in un momento di crisi come quello presente, è importante non perdere di vista gli impegni internazionali presi in materia di inquinamento e riconsiderare il nostro impatto ambientale. Ce lo racconta Marlene Simonini 👉 #EarthDay2020

E arriva puntuale anche l’analisi di Roberto Savio in un’intervista per Atlante delle guerre 👉 Il virus del pianeta

LIBERTÀ DI CONTAGIARSI?

A proposito di epidemia… Stando alle stime ufficiali, che in quanto tali sono necessariamente arrotondate per difetto, i contagi sino ad ora registrati da coronavirus hanno quasi raggiunto i 3 milioni di casi nel mondo e i 200 mila decessi. In quella che è probabilmente una classifica alterata da omissioni e mancate notificazioni, il primo posto è occupato dagli Stati Uniti, che contano ormai più di 900.000 contagi e 50.000 decessi. Nonostante i suggerimenti dati dal Presidente Trump agli scienziati di esplorare modalità di trattamento quali l’iniezione di disinfettante o raggi Uv capaci di passare attraverso la pelle, una cura che “potrebbe funzionare o no, non sono un medico”, -se leggendo può apparentemente sembrare che ciò non abbia senso è perché effettivamente non ne ha- l’epidemia non sembra arrestarsi.

Al fine di contrastare l’epidemia, i diversi Stati adottano misure di contenimento variabili. Tuttavia, l’imposizione di misure di limitazione della libertà proprio nel Paese che della difesa della libertà ha fatto la propria bandiera, dalla Rivoluzione Americana sino ai giorni nostri, non poteva che causare conflitti. Così, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia, sono scoppiate diverse manifestazioni di protesta contro le misure restrittive volte ad arginare il contagio. Le proteste sono soprattutto dovute a ragioni economiche, tra quelle fasce di popolazione che già prima si sentivano abbandonate e che avevano dato il proprio voto a Trump, il candidato alla Presidenza che più si era dimostrato disposto a dar loro ascolto.

Tuttavia, va notato che l’epidemia ha causato difficoltà economiche ovunque nel mondo, ma dato luogo a una simile risposta solo negli Stati Uniti. Bisogna forse domandarsi se quanto sta avvenendo possa considerarsi il frutto di una retorica individualista portata alle sue estreme conseguenze: una difesa incondizionata delle proprie libertà individuali che si tramuta in un rifiuto di compiere alcuna rinuncia a favore della comunità, un individualismo che si trasforma in egoismo. Oppure potremmo semplicemente rispondere che sono gli Stati Uniti e che li conosciamo, sono fatti così. Tuttavia, per quanto possa essere rassicurante indugiare negli stereotipi, bisogna ricordare che come vi sono i manifestanti vi sono anche infermieri e medici quotidianamente impegnati in prima linea che non gradiscono affatto le proteste

NON TUTTI ADERISCONO ALL’INIZIATIVA DELL’OMS

Non si distingue per solidarietà neanche la risposta all’iniziativa lanciata dall’OMS, mirata ad accelerare lo sviluppo di un vaccino e a garantire un accesso equo e non limitato a questa risorsa una volta sviluppata. Gli Stati Uniti, in segno di protesta contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno infatti deciso di non partecipare all’iniziativa promossa dall’Organizzazione, ritenuta eccessivamente influenzabile da Pechino. La Cina sembrerebbe aver garantito la propria partecipazione solo da un punto di vista formale all’impresa, sebbene il Paese abbia recentemente annunciato la donazione di altri 30 milioni all’OMS per la lotta al virus. 👉 Trump e Xi-Jinping disertano l’iniziativa dell’OMS sul vaccino

Si moltiplicano intanto le richieste di chiarimenti a Pechino, sia su origine del virus che sulle modalità iniziali di diffusione: questa settimana si è unita alle voci che chiedono trasparenza anche la cancelliera Merkel.

Segnali incoraggianti invece arrivano proprio dall’Unione europea che, nonostante la situazione di inazione e conflittualità che ha contraddistinto le risposte fino ad ora, in merito alle strategie di ripresa dopo la pesante crisi e agli aiuti ai paesi membri in difficoltà per far fronte alla pandemia, ha approvato mercoledì scorso una bozza di statement, una “Recovery Road Map”, che potrebbe rappresentare un primo passo positivo verso la cooperazione. L’analisi approfondita di Riccardo Petrella 👉 L’Europa respira

ISRAELE HA UN GOVERNO E NON È DETTO CHE SIA UNA BUONA NOTIZIA

Torniamo adesso in tema di proteste, questa volta ben più disciplinate, in Israele, dove i manifestanti hanno mantenuto i 2 metri di distanza e si sono preoccupati di indossare guanti e mascherine: con tutta probabilità permangono rischi, ma sono comunque apprezzabili le precauzioni prese. La protesta era rivolta contro le trattative in corso tra Gantz, leader di Blue e Bianco, e il leader del Likud e Primo Ministro uscente Netanyahu.

Come spesso accade, le manifestazioni sembrano tuttavia non aver sortito effetto e Netanyahu e Gantz hanno confermato un accordo per un governo di unità nazionale, ufficialmente motivato dall’emergenza COVID-19 in corso. È dunque prevista la spartizione del mandato tra i due e i primi 18 mesi vedranno di nuovo Bibi occupare la carica di Primo Ministro. L’intesa rappresenta un tradimento per gli elettori di Gantz, che in campagna elettorale aveva promesso e ribadito che mai avrebbe fatto accordi con Netanyahu. L’accordo rimanda quindi a data indefinita l’eventualità di una quarta chiamata alle urne per gli israeliani e porta di nuovo al governo il leader del Likud.

Le conseguenze di questa intesa, tuttavia, vanno ben oltre il mancato rispetto delle promesse fatte agli elettori di Blu Bianco in campagna elettorale. Tra i punti in programma del nuovo governo vi è infatti quello di sottoporre al Knesset, entro il 1° Luglio, il progetto di annessione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, avallato anche dal cosiddetto “piano di pace” proposto dall’amministrazione Trump a fine gennaio. Nickolay Mladenov, coordinatore speciale dell’ONU per il processo di pace in Medio Oriente, ha definito il progetto di annessione “un colpo devastante per la soluzione dei due Stati”.

Così, mentre Israele prepara l’annessione di sostanziali porzioni di territorio in Cisgiordania, destano particolari preoccupazioni le conseguenze che la diffusione del coronavirus potrebbe avere nella Striscia di Gaza. L’area è sovrappopolata e carente di servizi e, nelle parole di Mladenov, il coronavirus potrebbe avere ripercussioni tanto sulla salute pubblica quanto sul “benessere della popolazione, sul lavoro, sulla coesione sociale e sulla stabilità finanziaria e istituzionale”.

CHE FINE HA FATTO KIM JONG-UN?

Concludiamo con una parentesi sulla Corea del Nord, con un aggiornamento posto in fondo al SB poiché non si può dire goda ancora della dignità di notizia, quanto più di voce che potrebbe essere smentita da un momento all’altro. Al momento sembrerebbe essere ancora sconosciuta la sorte di Kim Jong-Un: il Capo di Stato -azzarderei “dittatore”- della Corea del Nord sarebbe infatti irreperibile, si dice a seguito di un intervento chirurgico al cuore dall’esito fatale. Qualora si rivelasse vera, la notizia potrebbe avere importanti implicazioni per la Corea del Nord, dove si aprirebbe la successione, con qualcuno che ipotizza un possibile subentro al potere della sorella Kim Yo-Jong. Qualora invece si trattasse dell’ennesimo pettegolezzo ci scusiamo in anticipo per la manciata di secondi persa a leggere quest’ultimo paragrafo, ma era un rischio che valeva la pena correre.

Grazie dell’attenzione, buona domenica e alla prossima settimana!

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