di Marlene Simonini – OTHERNEWS
“È a capo di un’organizzazione criminale” parole del Tribunale di Atene su Nikolaos Michaloliakos e il suo partito Alba Dorata. Lode alla chiarezza.

L’accaduto recente e meno recente
Era il 2013 quando il rapper Pavlos Fyssas, in arte Killah P, figura simbolo dell’antifascismo ellenico, è stato ucciso con due coltellate al cuore presso il bar Coral, al Pireo, mentre stava guardando una partita di calcio.
Questa settimana sono stati condannati per il suo omicidio Nikolaos Michaloliakos, accusato di essere il mandante dell’assassinio, Georgios Roupakias, che ne sarebbe stato l’esecutore materiale ed alcuni ex parlamentari e militanti conniventi (per un totale di 68 persone alla sbarra); per questi ultimi è prevista una condanna fino a 10 anni di carcere, mentre Michaloliakos e Roupakias rischiano l’ergastolo. Ad attendere la sentenza all’esterno del tribunale ben 15.000 persone; non appena la sentenza di condanna è stata pronunciata, la folla si è data allo scontro, lanciando molotov a cui le forze di polizia hanno risposto con lacrimogeni, in maniera tale da disperdere la folla.
In tribunale Alba Dorata è stata riconosciuta come associazione a delinquere. Non che gli indizi non ci fossero, stiamo parlando di un movimento che ha militato – il termine è d’obbligo, dato che nel 2012 i suoi rappresentanti sono entrati in parlamento a passo militare – nella politica greca con particolare successo negli ultimi decenni. Quella stessa Alba Dorata che non poteva essere condannata dall’UE poiché il suo regolamento non riconosce l’ideologia come un motivo perseguibile penalmente. Neanche se si tratta di un movimento fascista, euroscettico e metaxista (in onore del dittatore greco Ioannis Metaxas). Pardon, “nazionalista”, come preferisce definirsi il movimento stesso.
Ascesa politica e declino
Un suo periodo d’oro, Alba Dorata l’ha effettivamente avuto. Nata nel 1985 dal matematico ed ex militare Nikolaos Michaloliakos, militò fino al 2005 quando cessò la sua attività confluendo con gli anarchici, per poi rinascere nel 2007. Nel 2010, alle elezioni amministrative, ottenne il 5.3% dei consensi nel comune di Atene e si aggiudicò un seggio al Consiglio Comunale, assegnato ovviamente a Michaloliakos. Nel 2012 il partito entrò per la prima volta nel parlamento greco con il 6.97 % dei voti, per un totale di 21 seggi su 300. Nel 2014 iniziò ad espandere i suoi confini alle elezioni europee, risultando il terzo partito del Paese con il 9.4% dei voti e meritandosi 3 europarlamentari. Nel 2015 divenne la terza forza politica in Grecia e alle elezioni anticipate, a seguito delle dimissioni di Alexis Tsipras da Primo Ministro, ottenne il 7.09 % dei voti pari a 18 seggi. Da qui, inizia la sua discesa. Nel 2019 raccoglie 4.88% dei voti, meritando comunque 2 seggi ma limitandosi ai margini della vita politica greca.
Ciò che luccica in Alba Dorata: buoni propositi e maldestre realizzazioni
Su cosa fa leva, questo movimento? È evidente la campagna d’odio portata avanti nei confronti degli stranieri. Tema forte in Grecia, in cui i flussi migratori sembrano, alle volte, sciamare sulle sue coste senza sosta. I maggiori elettori di Alba Dorata risiedono infatti lungo il confine con la Turchia, ad Atene, Salonicco ed in quelle località portuali che guardano verso l’Italia: i punti caldi dell’immigrazione irregolare. Lo slogan politico del 2012, in riferimento ai migranti presenti sul suolo greco, recitava: “così possiamo liberare questa terra dalla sporcizia”.
Allo stesso tempo, fotografiamo la situazione greca, raccogliamone l’istantanea e soffermiamoci su alcuni dati storici: Alba Dorata inizia a guadagnare consensi notevoli nel 2010, un anno dopo la crisi economica che devasterà ogni settore produttivo greco per gli anni a venire (dal 2009 al 2013 almeno). Stiamo parlando di un periodo in cui gli occhi, quando puntati sulla Grecia, vedevano un popolo disfatto e alla deriva. Alba Dorata ha raccolto l’identità del popolo greco cercando di sfogliarne via gli strati di vergogna per la sua condizione: ha allestito ronde per poter riportare l’ordine nei quartieri più pericolosi delle grandi città greche, sostituendosi alle forze dell’ordine da cui ha riscosso un grande consenso elettorale. Ha organizzato mense, centri ludici per la popolazione greca e, soprattutto, ha condotto una campagna per restituire al buon nome greco la dignità che le spettava, cercando di farne buona pubblicità in patria e all’estero. Tramite ideali di ordine, giustizia e disciplina ha tentato di indurre il popolo greco a credere nuovamente in sé stesso.
Negli ultimi anni, sembra che Alba Dorata abbia iniziato il suo viaggio verso i confini della vita politica greca. Come è successo? La sua caduta è da imputare alla dirigenza stessa del movimento. Michaloliakos per primo, probabilmente, non ha compreso che un partito non può agire al di fuori e al di sopra della legge. Mai. Perché in quel caso, ecco, in quel caso diventa un’organizzazione criminale.