Sostenibilità: creare energia pulita e saperla conservare

di Marlene Simonini – OTHERNEWS

Il 2019 ha avuto un grandissimo pregio: è stato l’anno della consapevolezza ambientale. Il 2020, a sua volta, ha presentato molte nuove sfide ma voltandoci un po’ indietro possiamo ancora vederle: le manifestazioni in piazza, gli opuscoli online sui disastri ambientali, i discorsi a tavola su questo argomento nuovo, la Terra, e il viso di Greta Thunberg sui servizi al telegiornale. La diffusione massiccia dell’argomento ambientale ne ha sottolineato l’urgenza e la ricerca in questo ambito ha potuto beneficiare di credito, fondi e prestigio.

L’uomo, fondamentalmente, è un animale che adora la vita.

Adora muoversi da una città all’altra, correre sul tapis roulant, illuminare la sua casa, ricaricare il cellulare, navigare e volare, adora consumare una quantità di energia sempre maggiore e, per non essere completamente la piaga di questo nostro pianeta, moltissimi sono i progetti e le iniziative per poter supportare tutte le precedenti azioni con la famosa formula dell’ “energia pulita”, quella green, quella che non divorerà le risorse limitate a nostra disposizione.

Tra le ultime notizie, il progetto di una foglia artificiale in grado di trasformare l’anidride carbonica (CO2) in metanolo, realizzato dall’università canadese di Waterloo, è sicuramente tra i più promettenti. Il coordinatore della ricerca, Yimin Wu, ha spiegato che tale foglia artificiale imita il processo di fotosintesi, ma invece di produrre glucosio e ossigeno emette ossigeno e, soprattutto, metanolo.

Il metanolo è un composto organico che, in parole troppo semplici ma parzialmente poetiche, ha l’energia dentro. O meglio, contiene energia in forma liquida o solida che – e qui sta la novità – può essere utilizzabile in qualsiasi momento. Insomma, il metanolo dispone di energia immagazzinabile, capacità che, ad esempio, ha reso i combustibili fossili così comuni e sfruttati.

Molte sono le energie green, la sfida tuttavia è poterle conservare ed utilizzare non appena si fa viva la richiesta.

Può infatti capitare che gli impianti eolici raggiungano il massimo di produzione di notte, quando invece la domanda è più scarsa, oppure che vi siano forti intermittenze nella generazione dell’energia (come in caso di vento a folate), tali da complicare il lavoro di bilanciamento fra consumo e generazione. Negli impianti fotovoltaici l’energia viene invece raccolta prevalentemente durante la luce diurna, mentre la richiesta massima è registrata nelle ore serali.

Serve quindi sì produrre energia, possibilmente green, ma anche sapere come immagazzinarla.

Si chiama “guerra delle batterie” ed è la sfida dei nuovi giorni: chiunque trovi un modo per creare una batteria resistente, funzionante e a scarso impatto ambientale ci terrà stretti in pugno.

Lo stoccaggio di energia come processo naturale è, in fin dei conti, vecchio quanto l’universo medesimo, se si pensa che l’energia presente alla creazione iniziale dell’Universo è stata immagazzinata nelle stelle, come ad esempio il sole, e viene ora utilizzata dall’uomo direttamente o indirettamente (crescita del grano, pannelli fotovoltaici…).

La sopracitata guerra delle batterie sarà prima o poi vinta da qualcuno, chissà che la soluzione finale non si trovi in una delle recenti invenzioni alternative, quali:

  • Le batterie di grafene, ricerca australiana che tenderebbe a dimostrare quanto le prestazioni del grafene siano di gran lunga superiori a quelle del litio.
  • Le batterie allo zucchero, progetto americano in cui la chiave di volta sarebbero le maltodestrine.
  • Batterie all’oro. Si tratta, questa volta, di una scoperta accidentale statunitense, in cui le batterie all’oro potrebbero essere perfettamente in grado di sostituire le batterie agli ioni di litio.

Moltissimi sono i progetti su questo fronte ed ancora di più quelli in divenire. Piegare energia a scarso impatto ambientale e soprattutto saperla azionare su richiesta, ecco la chiave di volta per poter alleggerire il peso umano sulla Terra, per attenuare le impronte dell’uomo su questa casa comune.  

La sostenibilità, concetto introdotto per la prima volta nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel lontano 1987, non è sicuramente una utopia. Chissà chi vincerà “la guerra delle batterie”, chissà come sarà il nostro futuro.