di Roberto Savio – OTHERNEWS
Il prossimo gennaio il World Social Forum compirà 20 anni. La sua comparsa nel 2001, con la convocazione di vari movimenti sociali, attivisti e intellettuali per affrontare il neoliberismo prevalente, è stato un evento mondiale. Da lì ci sono stati molti incontri molto partecipati in diversi paesi, attorno all’asse dei dibattiti orizzontali e dell’articolazione tra le organizzazioni. Una delle regole era che non si potevano fare dichiarazioni o chiedere azioni per proprio conto. Il mondo è cambiato molto da allora e alcuni dei suoi militanti ritengono che sia urgente ed essenziale poter costruire azioni comuni come soggetto politico globale, di fronte alla crisi economica, sociale e ambientale che minaccia il futuro del pianeta.
Cambia il Forum sociale mondiale per cambiare il mondo: da “spazio aperto” a “spazio d’azione”
Il World Social Forum compirà vent’anni nel 2021! Un gruppo di facilitatori sta ora esaminando la possibilità di organizzare un nuovo forum a Città del Messico. È chiaro che tutto dipenderà dallo sviluppo della coronacrisi.
Sappiamo tutti che il mondo è cambiato molto dal 2001 e dal primo WSF a Porto Alegre. A quel tempo i fondatori del forum riuscirono a scrivere una “Carta dei principi” per fissare le regole del gioco ed evitare che il forum diventasse uno spazio di conflitti invece che uno spazio di convivialità e convergenza. Lungi dall’aiutarci, le regole per lo ‘spazio aperto’ sono state recentemente interpretate dogmaticamente e il forum non ha potuto in nessun momento cruciale della storia attuale, se non in una singola circostanza e come eccezione, esprimersi come soggetto di una politica globale.
In passato ci sono state varie iniziative per uscire da questa impasse e parlare con una voce politica da e in nome del Forum. Si pensi alla grande manifestazione del 15 febbraio 2003 contro la guerra in Iraq, avviata al Forum. Diversi partecipanti ‘storici’ del FSM hanno firmato il ‘Manifesto di Porto Alegre’ – un tentativo di rompere il consenso paralizzante – e ora hanno firmato un altro appello per passare dallo ‘spazio aperto’ a ‘uno spazio per l’azione’, non al fine di fare un programma politico globale ma per interagire con il mondo esterno. Frei Betto, Atilio Borón, Bernard Cassen, Adolfo Perez Esquivel, Federico Mayor, Riccardo Petrella, Ignacio Ramonet, Emir Sader, Boaventura Santos, Roberto Savio e Aminata Traoré hanno firmato questo primo messaggio.
Questa iniziativa non riguarda l’imposizione di una posizione politica a un collettivo che è sempre stato e sarà molto diversificato. Tuttavia, in un momento in cui il mondo è in pericolo di collasso ecologico e in una grave crisi con un fascismo emergente, capitalismo finanziario dominante, razzismo e patriarcato; in un momento in cui i giovani, le donne e altre persone oppresse sono ancora una volta nelle strade per esigere giustizia e politiche ecologiche sostenibili, il Forum non può mancare. È un dovere morale e politico fermare l’autoriflessione e parlare al mondo e agire in esso.
Ecco perché i firmatari di questo messaggio vogliono cambiare il FSM per cambiare il mondo. Riteniamo urgente democratizzare il Forum, le sue strutture e la sua governance. Logica e storia impongono un cambiamento che deve essere il risultato di un confronto aperto e partecipativo. È fondamentale introdurre una governance che ci consenta di passare da uno spazio aperto a uno spazio di azione.
Proponiamo quindi che il Consiglio Internazionale integri le nuove forze sociali che si stanno mobilitando in tutto il mondo, che cerchiamo di creare un organo più rappresentativo che possa prendere visione della nostra Carta dei Principi per adattarla ai nuovi tempi del 21 ° secolo, che diamo un posto ai forum regionali e tematici, che organizziamo giornate di azione internazionali, che possiamo discutere la strada da seguire per rendere il WSF un soggetto politico globale.
Questa non sarà una strada facile e richiederà l’apertura e la disponibilità di tutti noi per creare un corpo efficiente in grado di parlare al mondo. Ci sono molte possibilità per rafforzare la governance e democratizzare il FSM. Ci auguriamo vivamente che vengano fuori in modo che possano essere discussi democraticamente.
Vorremmo invitarvi a partecipare a questa riflessione collettiva. È un compito urgente che può contribuire a plasmare l ‘”altro mondo” che desideriamo e di cui abbiamo così urgentemente bisogno.
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Adolfo Pérez Esquivel (Argentina), Alberto Acosta. (Ecuador), Aminata Traoré (Mali), Armando de Negri (Brasile), Assétou Founé Samaké (Mali), Atilio Boron (Argentina) Aziz Rhali (Marocco), Berenice Celeita (Colombia), Bernard Cassen (Francia), Bernard Duterme. (Belgio), Boaventura de Sousa Santos. (Portogallo), Candido Gribowszki (Brasile), Cecilia Capanna (Italia) Claudia Yadira (Messico), Dalia Acosta (Cuba) Demba Moussa Dembele (Senegal) Elizabeth Mpofus (Zimbabwe) Emir Sader (Brasile), Federico Mayor (Spagna), Flavio Lotti (Italia), Francine Mestrum (Belgio) Frei Betto. (Brasile), Guadalupe Ponce (Messico), Hazel Henderson (USA), Hélène Tremblay (Canada), Ignacio Peón (Messico), Ignacio Ramonet (Spagna-Francia), Jason Nardi. (Italia) John Bellamy (USA), Leo Gabriel. (Austria), Luis Lópezllera. (Messico), Madhuresh Kumar (India) Manou Angahi, (Costa d’Avorio), Mario Dujisin (Cile-Portogallo), Medha Patkar (India) Mireille Fanon Mendès. (Francia), Mohau Pheko (Sud Africa), Ms. Roma. All India Union of Forest Working People (India), Norma Fernández. (Argentina), Nzira Deus (Mozambico), Oscar Gonzalez. (Messico), Raquel Martínez López Gómez (Spagna), Reiner Braun (Germania), Riccardo Petrella. (Italia- Belgio), Roberto Savio. (Italia-Argentina), Saida Garrach. (Tunisia), Susan George. (Francia), Taoufik Ben Abdellah. ENDA (Tunisia), Vandana Shiva. (India), Wim Dierckxsens (Costa Rica)
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