di Guglielmo Rezza – OTHERNEWS
Sette studenti sono rimasti uccisi in un’incursione compiuta da uomini armati in una scuola: governo e separatisti si accusano a vicenda di essere i perpetratori dell’atto. Ma quali sono le cause che hanno portato allo scoppio di questo conflitto in Camerun?
Uomini armati con fucile e machete hanno fatto irruzione nella Francisca International Bilingual Academy, nella regione del Camerun Occidentale, uccidendo sette giovani studenti. Le responsabilità di questo deplorevole atto sono ancora da chiarire e le forze governative e i separatisti del Camerun Occidentale si stanno scambiando vicendevolmente accuse. In particolare, i separatisti accusano l’esercito del Camerun di essere il perpetratore dell’atto poiché sembra che alcuni degli aggressori indossassero divise dell’esercito e poiché un’evenienza simile si era già verificata a Ngarbuh, di cui si parlerà più avanti. Al momento non c’è molto da aggiungere sull’atto di per sé, poiché è presto per cercare di additare con certezza i responsabili, ma è possibile cogliere l’occasione per fare un po’ di chiarezza su ciò che sta accadendo nel Camerun Occidentale e come al solito, a tal fine, è necessario fare più di un passo indietro.

Come per tanti altri Stati africani i confini del Camerun non sono frutto di processi autonomi di costruzione statale, bensì un’eredità del passato coloniale che ha visto non una, bensì addirittura tre potenze straniere avvicendarsi nel Paese. Verso fine Ottocento quei territori che oggi costituiscono il Camerun videro -evento tutto sommato abbastanza in Africa- l’arrivo degli accaldati e sudati soldati e commercianti tedeschi, che fondarono la colonia del Kamerun Tedesco, ovviamente con la “K”.
Come tutte le colonie tedesche il Kamerun ebbe vita breve, prima occupato dalle truppe inglesi nel 1916 e poi tolto alla Germania con l’infausta pace di Versailles. Il territorio viene diviso in due cosiddetti “Mandati della Società delle Nazioni di classe B”, la porzione più grande affidata alla Francia mentre una striscia occidentale al Regno Unito. Lo scopo del Mandato era teoricamente quello di guidare il Paese verso l’indipendenza, sebbene nei fatti si traducesse spesso in una vera e propria amministrazione coloniale.
Nel 1945, con la nascita dell’Onu, i territori divennero Amministrazione Fiduciaria delle Nazioni Unite e mentre i britannici mantennero formalmente questo status i francesi, con un certo pragmatismo, inclusero nel 1946 il Paese nell’Impero Coloniale Francese, che aveva nel frattempo cambiato nome ed era diventata la cosiddetta “Unione Francese”, che non contenendo la parola “colonia” nel nome risulta evidentemente più presentabile.
Il Camerun francese, dopo 5 anni di insurrezione armata, vide riconoscersi nel 1960 l’indipendenza. L’anno seguente, con una certa coerenza, gli inglesi decisero di tener fede al mandato e indissero un referendum per il Camerun Inglese, con due possibili opzioni: adesione alla Nigeria con lo status di regione all’interno del sistema federale o adesione al Camerun in una federazione di due Stati. Teoricamente l’Amministrazione Fiduciaria avrebbe dovuto portare all’indipendenza, ma con gran disappunto di molti abitanti del Camerun Inglese mancava sulla scheda tale opzione, poiché si riteneva che il piccolo Paese non avrebbe avuto le risorse sufficienti per sostenersi autonomamente. Il Camerun Inglese si divise così in due: il Camerun del Nord, a maggioranza musulmana, divenne una regione della Nigeria, mentre il Sud si unì al Camerun francese.
Al momento del voto i cittadini del Camerun del Sud -ricordiamo che con Camerun del Sud si intende il Sud di quello che era il Camerun Inglese, ma che tanto per confondere le idee rappresenta invece la regione più occidentale di quello che è il Camerun attuale, ragion per cui il suo nome ufficiale è dal 1961 “Camerun Occidentale”- avevano votato per l’unione col Camerun Francese con la garanzia che avrebbero conservato le proprie istituzioni, ma i rapporti con le autorità di Yaoundé furono da subito difficili.
Le autorità locali del Camerun Occidentale temevano di vedere le proprie istituzioni, figlie di 40 anni di common law e di lingua inglese, diluite in quelle francesi e i loro timori sembrarono prendere ufficialmente forma nel 1972: in quell’anno venne infatti tenuto un referendum sulla forma dello Stato, sebbene ciò fosse proibito dalla Costituzione e la “Repubblica Federale del Camerun” divenne la “Repubblica Unita del Camerun”. Il seme della discordia è stato dunque piantato e sta sviluppando radici ben salde, poiché la premessa dell’unione era stata quella di una repubblica federale, ma ecco venir meno quelle tutele e garanzie che dovevano esser il fondamento dell’unione.
In verità, sono occorsi più di quarant’anni di crescenti tensioni perché da quei semi nascesse un conflitto. Dal 1972 si è andato articolando nel Camerun Occidentale un crescente movimento nazionalista e indipendentista che accusa il governo centrale di una politica di assimilazione e marginalizzazione della popolazione anglofona.
Per assistere allo scoppio del conflitto attualmente in corso dobbiamo arrivare sino a fino 2016, quando nella regione sono scoppiate proteste guidate da avvocati e insegnanti. Una protesta di piazza guidata da avvocati spesso con tanto di parrucca potrebbe non sembrare esattamente la norma, ma in questo caso bisogna ricordare che il Camerun Occidentale era sempre appartenuto al mondo del common law e che gli avvocati erano scesi in piazza proprio per denunciare la nomina di giudici francofoni nelle regioni anglofone, poiché a loro parere la decisione rischiava di mettere a repentaglio il sistema giuridico ereditato dal Regno Unito. Alla protesta si sono presto uniti gli insegnanti, che denunciavano a loro volta l’imposizione della lingua francese nelle scuole e nei tribunali.
Insomma, nel continente africano siamo spesso abituati a conflitti di natura etnica o religiosa, ma la genesi di questo conflitto nasce da una questione prevalentemente giuridica e linguistica. Ovviamente non bisogna ridurre la complessità del problema, poiché la questione linguistica diviene un elemento identitario e porta con sé il timore per tutta la comunità appartenente di essere esclusa e marginalizzata, il che funge da catalizzatore per le proteste e da strumento di mobilitazione, ma la cosa rappresenta comunque un aspetto interessante.
Secondo la più classica delle dinamiche la polizia ha reagito con eccessiva durezza alle proteste, da cui l’inasprirsi dei rapporti tra centro e periferia e, di lì a un anno, a ottobre 2017, gruppi nazionalisti guidati dal Consiglio Nazionale del Camerun del Sud hanno dichiarato l’indipendenza dell’Ambazonia. “Ambazonia” altro non è che un termine autoctono per indicare quello che era il Camerun del Sud inglese e che successivamente era diventato il Camerun Occidentale all’interno del Camerun unitario.
Di lì in poi è facile intuire il corso dell’escalation, troppo spesso caratterizzato da attacchi degli indipendentisti dell’Ambazonia contro i militari governativi e dalle rappresaglie dall’esercito, in quello che è presto divenuto un conflitto a bassa intensità. All’interno di questo conflitto sono state commesse diverse atrocità, tra cui spicca anche la strage nel villaggio di Ngarbuh, in cui vennero uccisi dalle forze governative in un atto di rappresaglia 23 civili disarmati, tra cui ben 15 bambini e 2 donne incinte. I separatisti hanno richiamato questo evento, le cui responsabilità sono state ufficialmente accertate, per dimostrare che le forze armate del Camerun si sono già dimostrate in passato capaci di efferatezze e che potrebbero essere gli autori anche di quest’ultima strage. Tuttavia, è necessario adoperare estrema cautela nel valutare le accuse rivolte da entrambe le parti.
È dunque troppo presto per indicare con certezza i responsabili e l’unica cosa certa è che 7 giovanissimi hanno perso la vita in un atto efferato e insensato, parte di una spirale di violenza che non accenna a fermarsi.


