PER LA PRIMA VOLTA IN EUROPA LA NATURA DIFENDE I PROPRI DIRITTI IN TRIBUNALE

Per la prima volta in Europa gli ecosistemi acquatici verranno rappresentati all’interno dell’aula di un tribunale, un primo importante passo in avanti per avviare un dibattito sul riconoscimento dei diritti della natura già avvenuto in diversi Stati del mondo. 

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di Ilaria Cagnacci

Per la prima volta in Europa gli ecosistemi acquatici verranno rappresentati all’interno dell’aula di un tribunale, un primo importante passo in avanti per avviare un dibattito sul riconoscimento dei diritti della natura già avvenuto in diversi Stati del mondo. A partire dal 30 gennaio 2021 il Tribunale dei Diritti della Natura[1] discuterà mensilmente casi riguardanti fiumi, mari, laghi e ghiacciai europei fortemente minacciati da attività antropiche pericolosamente impattanti, le sentenze verranno successivamente emesse a margine del congresso dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura previsto a giugno nella città di Marsiglia.  

I casi che verranno discussi riguarderanno: la minaccia rappresentata dalla proliferazione di piccole dighe idroelettriche per i corsi d’acqua sulla montagna Koaponic in Serbia; l’inquinamento da mercurio delle miniere d’oro illegali nella Guyana francese che sta mettendo a serio repentaglio lo stato di salute dei corsi d’acqua, della biodiversità e della popolazione locale (specialmente del popolo Wayana che vive a monte del fiume Maroni); il ghiacciaio francese ‘Mer de glace’ che vedrà chiamato in causa direttamente lo Stato accusato di inerzia di fronte al cambiamento climatico che sta causando un ritiro di circa 30-40 metri all’anno; lo stabilimento di Gardanne, produttore di allumina e responsabile di sversamento di fanghi rossi altamente tossici nel cuore del Parco Nazionale delle Calanques; il lago Vättern in Svezia, fonte di acqua potabile per più di 250.000 persone, minacciato da diverse attività tra cui miniere di zinco, una grande cartiera e l’utilizzo del lago come luogo di esercitazione da parte delle forze di difesa svedesi.

6 Months For The European Rights Of Nature Tribunal - International Rights  Of Nature Tribunal

Alla sessione parteciperà una giuria di esperti sui diritti della natura provenienti da tutto il mondo e sarà presieduta da Cormac Cullinan, uno dei fondatori della Global Alliance for the Rights of Nature e direttore del Wild Law Insitute. Le conclusioni della giuria, sebbene giuridicamente non vincolanti, andranno a rappresentare un modello etico e giuridico da poter seguire nei diversi Stati europei e uno strumento in più nelle mani delle numerose comunità in Europa che lottano per garantire protezione agli ecosistemi acquatici in pericolo. 

I conflitti ambientali in Europa (https://ejatlas.org/)

Inoltre, si tratterà di un’importante occasione per far luce sulle forti criticità che riguardano gli ecosistemi acquatici europei per i quali si rende sempre più urgente una nuova legislazione in materia di protezione. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEE) sulla qualità delle acque, infatti, emerge che solo il 40 per cento delle acque superficiali (fiumi, bacini idrici superficiali, estuari e acque costiere) raggiunge il livello minimo fissato dalla Direttiva europea contro l’inquinamento dell’acqua, ed è utile qui ricordare che lo stato di salute dei corsi d’acqua riflette anche quello di molte falde, fonti principali di acqua potabile.

E’ evidente che le leggi in materia di protezione ambientale attualmente vigenti non offrono strumenti efficaci né per la preservazione e il ripristino degli ecosistemi né per la sfida ad un paradigma che vede l’uomo al di sopra di una natura considerata oggetto passivo di sfruttamento. Conferire personalità giuridica alla natura significherebbe riconosce che, al pari di ogni essere umano, questa sia portatrice di interessi e diritti i quali devono essere rispettati e, offrire la possibilità di ricorrere ad un tribunale nel caso in cui questi vengano violati. A partire dai noti casi andini di Ecuador e Bolivia, fino ad arrivare al recente caso del Bangladesh dove la Corte Suprema ha dichiarato che tutti i fiumi del Paese hanno lo stesso status legale degli esseri viventi, troviamo diversi esempi nei quali è già avvenuto un riconoscimento legislativo ed istituzionale dei diritti della natura. 

Nonostante ciò possa sembrare un qualcosa di ancora lontano dal nostro sistema giuridico, basti pensare che la legge ha sempre riconosciuto l’esistenza di persone giuridiche ‘non umane’. La domanda che dovrebbe sorgere a questo punto è: perché società e multinazionali vengono considerate persone giuridiche mentre un fiume o una foresta, da cui dipende la nostra sopravvivenza, e quella di interi ecosistemi, non possono (o non vogliono) essere considerati tali?

La buona notizia è che l’Unione Europea pare stia andando verso questa direzione e questo lo conferma un recente studio commissionato dal Comitato economico e sociale europeo che mira a stabilire un quadro per il riconoscimento giuridico dei diritti della natura nell’ambito dell’ordinamento europeo.

Link utili:

Tribunale diritti della natura: https://www.rightsofnaturetribunal.com/

Stato delle acque in UE: https://www.eea.europa.eu/publications/state-of-water

Verso una Carta dei diritti fondamentali della natura dell’UE:  https://www.eesc.europa.eu/en/our-work/publications-other-work/publications/towards-eu-charter-fundamental-rights-nature?fbclid=IwAR0hfl6Xw3R6OEtc16j68PycpHxVbV3nJW9T1N5sdHnEJo9AqKmfYFFZKHY


[1] Nato nel gennaio del 2014 su iniziativa della Global Alliance for the Rights of Nature e ispirato a modelli del Tribunale internazionale per i crimini di guerra e Tribunale permanente dei popoli, lo scopo del Tribunale è quello di creare un forum per le persone provenienti da tutto il mondo per parlare a nome della natura e per promuovere diritti e dei doveri stabiliti dalla Dichiarazione Universale dei diritti della Madre Terra, proclamata il 22 aprile 2010.

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Ilaria Cagnacci è attivista per i Diritti Umani con Amnesty International , appassionata di Balcani, laureata in Relazioni Internazionali e Cooperazione allo Sviluppo a Perugia, specializzata in Democrazia e Diritti Umani nel Sud Est Europa a Sarajevo.


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