Belucistan, la guerra sanguinosa della quale non avete mai sentito parlare

di Laura Secorun Palet لائورا سیکورون پالت  – Translated by  Milena Rampoldi ميلينا رامبولدي میلنا رامپلدی Милена Рампольди – Edited by  Fausto Giudice Фаусто Джудиче فاوستو جيوديشيTLAXCALA

Googlando “Pakistan”, sarete immediatamente invasi da una miriade di foto di attacchi terroristici, foto di Malala e trailer del prossimo episodio di Homeland. Ma inserendo il nome di una regione di questo paese, il Belucistan, potete essere sicuri che non apparirà nelle prime decine di pagine di risultati. 

 di combattenti dell’Esercito di liberazione del Belucistan che con le loro armi posano intorno ad un fuoco da campo. Foto di Marc Watterlot

Il Belucistan è grande più o meno come la Germania ed è la provincia pachistana allo stesso tempo più grande e più povera. Ed è anche la scena di una lunga e sanguinosa guerra civile che oramai perdura da decenni: da una parte il governo centrale pachistano, e dall’altra i nazionalisti del Belucistan, che dal 1948, un anno dopo la nascita del Pakistan, combattono per la loro indipendenza. Sono organizzati in gruppi di ribelli designati quali esercito di liberazione del Belucistan e Fronte unico per la liberazione del Belucistan. E mentre il governo chiama i militanti del Belucistan “terroristi”, gli abitanti del Belucistan rinfacciano invece al governo pachistano di commettere pulizia etnica. L’istituto internazionale per gli studi strategici a riguardo costata: 

Dall’inizio di questo conflitto abbandonato, sono state uccise 
11.375
persone e altre migliaia sono scomparse. 

Gli abitanti del Belucistan sono una minoranza etnica con la loro lingua, le loro tradizioni e la loro cultura particolari. Vivono in Iran, Pakistan e Afghanistan, ma si sentono molto svantaggiati ed alienati da parte del governo di Islamabad. L’intensità del conflitto varia oramai da decenni. Il conflitto si calmò nel 1977 in seguito all’introduzione della legge marziale, ma scoppiò nuovamente nel 2005 in seguito allo stupro  di una donna medico, la dott.ssa Shazia Khalid, probabilmente da parte di un ufficiale militare. Questo stupro provocò un’ondata di violenza e di atti di vendetta da entrambi le parti, inclusi due tentativi di attentato contro il presidente pachistano Pervez Musharraf durante le sue visite nella provincia del Belucistan. 

Miliziani tribali del gruppo filogovernativo Aman Lashkar che combatte i talebani egli insorti del Belucistan  

Gli abitanti del Belucistan non sentono nessuna lealtà nei confronti del governo centrale. “Il Pakistan ha già perso il Belucistan, pero non lo abbandonerà”, dice  Burzine Waghmar del Centro studi sul Pakistan presso la Scuola degli studi orientali ed africani di Londra. Anche se si tratta della regione più povera e meno popolata di tutto il paese, essa è comunque anche ricca di risorse naturali, tra cui petrolio, gas e minerali. Acquista inoltre un’importanza strategica non indifferente visto che possiede tre confini, che permette l’accesso alla costa del Mare Arabo e ad un porto di acque profonde.  

Dr. Allah Nazar, il comandante del Fronte di liberazione del Belucistan

Ma anche i gruppi armati dei ribelli (Islamabad accusa New Delhi di finanziarli) non si fermano dinnanzi alla violenza indiscriminata. Anche se gli Stati Uniti non designano i ribelli belucistani quali terroristi, comunque viene loro messo in conto un gran numero di violazioni contro i diritti umani, quali ad esempio l’uccisione di “coloni” civili dell’etnia pashtun, dai medici agli operai edili, e la minaccia e persino l’uccisione di giornalisti. Va comunque messo in rilievo che la gran parte di queste accuse è difficile da dimostrare visto che è quasi impossibile recarsi in questa regione per riferirne.  
Le forze armate pachistane vietano l’accesso al Belucistan ai giornalisti stranieri. Dal 2006 diversi corrispondenti, tra cui i reporter del New York Times Declan Walsh e Carlotta Gall, furono espulsi dal paese, dopo essersi recati in segreto in Belucistan per scrivere degli articoli. E i reporter locali sono troppo intimiditi per provarci: “Vige un accordo non scritto secondo cui tutti coloro che parlano del Belucistan violano degli “interessi nazionali supremi””, racconta Malik Siraj Akbar, un giornalista pachistano, esiliano negli USA dopo essere stato il redattore capo di un quotidiano in Belucistan.

Oratrici del Belucistan parlano a un comizio davanti al Karachi Press Club, nel febbraio del 2013

Che facciano o no i t itoli della stampa o no, il numero delle vittime continua a salire. Come afferma Waghmar, la pace richiede volontà politica da entrambe le parti, e dopo oltre sei decenni di conflitto ancora nessuno è pronto a precipitarsi al tavolo dei negoziati.  

Courtesy of Tlaxcala
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Publication date of original article: 15/10/2015
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