Al Summit delle diaspore il direttore AICS Maestripieri: Bilancio positivo, il futuro della cooperazione è anche con diaspore e profit.

di Vincenzo GiardinaDIRE

Al Centro congressi della Pontificia università Tommaso d’Aquino, la Terza edizione del Summit nazionale delle diaspore, sostenuto da Aics, con Fondazione Charlemagne e Fondazioni for Africa Burkina Faso

Il terzo Summit delle diaspore si è tenuto a Roma sabato 14 dicembre 2019

ROMA – “L’incontro del mondo delle comunità delle diaspore con il settore privato, non solo non profit ma anche profit, è uno dei percorsi da immaginare nell’immediato futuro”: così oggi all’agenzia Dire Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

Vincenzo Giardina intervista Maestripieri, direttore AICS

L’assunto è che “solo attraverso iniziative che puntino sul capitale umano e soprattutto imprenditoriale dei Paesi di origine si potrà contribuire alla loro crescita economica con ricadute positive” anche sul piano sociale. L’intervista si tiene al Centro congressi della Pontificia università Tommaso d’Aquino, in occasione della Terza edizione del Summit nazionale delle diaspore, un progetto sostenuto da Aics insieme con Fondazione Charlemagne e Fondazioni for Africa Burkina Faso. Rispetto al percorso avviato nel 2016 Maestripieri parla di un bilancio positivo. “Quando cominciammo tre anni fa a radunare le diaspore si trattava di un mondo molto disperso e variegato come sono le comunità migranti presenti nel nostro Paese” sottolinea il direttore.

“L’incontro con il mondo della cooperazione era un po’ una novità per tutti, per loro e anche per noi; adesso vedo che l’appuntamento si è consolidato e stiamo ricercando i risultati concreti dell’azione sviluppata in questi anni, con il coinvolgimento sempre più diretto delle stesse comunità e la possibilità di realizzare progetti in grado di produrre meccanismi di sviluppo nei Paesi di origine”.

Sulle opportunità di dialogo con il settore privato, non profit e profit, Maestripieri cita l’Italia Africa Business Week che si è tenuta a Milano a novembre “con il supporto delle comunità delle diaspore”. L’ultima battuta sul futuro del Summit. “Era stato concepito come momento di aggregazione su fenomeni che erano inizialmente tra loro dispersi” sottolinea Maestripieri. “Andando avanti dobbiamo riflettere su che tipo di valore aggiunto dare al Summit e su quali ricadute concrete ci possiamo aspettare dalle prossime edizioni”.

Kaabour (Conngi): “I nuovi italiani crescono”

di Vincenzo Giardina DIRE

“Riconoscere in tempo a chi nasce o cresce in questo Paese la possibilità di rappresentare l’Italia e l’italianità è semplicemente fondamentale”

Vincenzo giardina intervista Kaabour (Conngi)

ROMA – Il Summit delle diaspore ha permesso di approfondire sia il tema della rappresentanza dei cittadini di origine straniera in Italia che quello della cooperazione internazionale per lo sviluppo: così oggi all’agenzia Dire Simohamed Kaabour, presidente del Conngi, il Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane.

“In questo percorso siamo stati presenti e coinvolti”, la premessa rispetto al progetto al via nel 2016, giunto oggi a Roma alla terza edizione. “Ci ha permesso – sottolinea Kaabour – di discutere e di approfondire il tema della rappresentanza dei cittadini di origine straniera e quello delle cooperazione internazionale”. Già fondatore in Liguria dell’organizzazione Nuovi Profili, il presidente definisce Conngi “una rete che guarda attraverso la lente dei più giovani tra i cittadini italiani con background migratorio“.

In primo piano nell’intervista i rapporti tra generazioni. “E’ doveroso – dice Kaabour – guardare all’obiettivo dell’unità delle voci, con il confronto tra figli e genitori”.

Un impegno, questo, che il Coordinamento è deciso a sviluppare. “È giunto il momento di dar corpo a un protagonismo anche all’interno delle istituzioni, ampliando la rete di soggetti coinvolti” sottolinea il presidente. “L’obiettivo è favorire un nuovo peso politico e sociale dell’Italia anche rispetto alle politiche di cooperazione internazionale, evidenziando il ruolo dei cittadini di origini straniere”. Nell’intervista, a margine della terza edizione del Summit, al Centro congressi della Pontificia università Tommaso d’Aquino, è menzionato l’impegno in favore del riconoscimento del cosiddetto ius culturae. “Un tema centrale” sottolinea Kaabour, convinto che il punto chiave sia la scuola. “Stiamo parlando di formazione all’interno di un polo culturale e di acculturazione” aggiunge il presidente. “Riconoscere in tempo a chi nasce o cresce in questo Paese la possibilità di rappresentare l’Italia e l’italianità è semplicemente fondamentale“.