Congo: guerriglia in Parlamento, la Presidente si dimette

Saltato l’accordo tra Tshisekedi e Kabila, in Congo scoppia una violenta guerriglia in Parlamento. Un altro tassello di estrema tensione aggiunto alla turbolentissima storia congolese e dei suoi leader politici.

di Naomi Di Roberto – OTHERNEWS

Crisi politica e guerriglia in Parlamento

Fortissimi momenti in di tensione in Congo questa settimana. Jeanine Mabunda, la Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica democratica del Congo, ha rassegnato le dimissioni dopo una vera e propria guerriglia scoppiata in Parlamento: risse, urla, lanci di sedie e qualche ferito. Una violenza inaudita sotto l’occhio ormai preoccupato di tutta la comunità internazionale. Questa “guerriglia”, termine usato proprio dalla stampa del Congo, sarebbe iniziata in Parlamento successivamente alla scelta da parte di Felix Tshisekedi, Presidente della Repubblica, di sciogliere l’accordo di governo con il Fronte Comune per il Congo (Fcc), stipulato nel 2019. Questo accordo infatti, era nato successivamente alle tanto contestate elezioni avvenute nel 2018 che vedevano vincitore proprio Tshisekedi. L’accordo era arrivato solo il 24 gennaio 2019, quando Kabila, dopo ben 18 anni di attività, aveva deciso di cedere il potere a Tshisekedi: la prima transazione pacifica nella storia del Congo.

Il Presidente, questa settimana, avrebbe annunciato di voler raggiungere una nuova maggioranza in Assemblea con il fine di sostenere la sua politica riformista e quindi di sciogliere l’accordo che lo legava ai pro-Kabila. L’annuncio di Tshisekedi segue infatti le consultazioni nazionali avviate nelle scorse settimane dallo stesso capo dello Stato nel tentativo di appianare le crescenti divergenze fra i due gruppi al potere, avendo conservato la coalizione Cach di Kabila una netta maggioranza dei seggi in parlamento anche dopo l’accordo di governo concluso nel 2019. I pro-Kabila rifiutano in particolare ogni proposta di destituire dal loro ruolo i membri del parlamento appartenenti alla loro coalizione.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha condannato i violenti incidenti scoppiati lunedì in Parlamento invitando tutte le parti politiche a risolvere le loro divergenze in maniera pacifica. Divergenze all’interno della coalizione che, da quanto lascerebbe intendere Tshisekedi, non gli permetterebbero di eseguire come vorrebbe la sua agenda.

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La presidente dell’Assemblea Nazionale si dimette

Congo: guerriglia in Parlamento
Jeanine Mabunda, Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica democratica del Congo

In una sala planetaria praticamente piena, i membri dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS, Partito Presidenziale) hanno generato terrore e violenza con il solo fine di bloccare lo svolgimento della riunione della Mabunda, pro-Kabila. Nel discorso trasmesso lunedì dall’emittente statale “Rtnc”, Tshisekedi avrebbe infatti annunciato che affiderà un mandato esplorativo ad un funzionario incaricato di costruire una nuova maggioranza parlamentare, nel tentativo di rompere lo stallo venutosi a creare con la coalizione partner di governo, il Fronte comune per il Congo (Fcc) dell’ex presidente Joseph Kabila. Il capo dello Stato si è quindi detto anche pronto a sciogliere l’Assemblea, qualora fosse necessario.

Jeanine Mabunda, la Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica democratica del Congo, ha rassegnato quindi le dimissioni: un passo offensivo molto forte e ben riuscito da parte di Tshisekedi per rovesciare la maggioranza parlamentare, ancora fedele al suo predecessore Joseph Kabila.

Questo giovedì i deputati sono stati invitati a prender parte ad una nuova sessione della plenaria con all’ordine del giorno proprio l’esame dei richiesta di dimissioni della presidente. La plenaria è stata convocata da un ufficio provvisorio (direzione collegiale) dell’Assemblea insediato martedì su iniziativa dei sostenitori di Felix Tshisekedi. Questa squadra provvisoria di tre membri è stata ricevuta mercoledì dal capo dello stato, secondo i media congolesi.

Ovviamente i pro-Kabila non riconoscono attualmente questa carica provvisoria che, secondo le leggi dell’Assemblea, comprende il membro più anziano dei deputati e i suoi due figli più piccoli.

Un altro tassello aggiunto alla storia turbolenta del Congo.

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