Egitto, l’allarme della ong: “Zaki resta in carcere, è record di violazioni”

di Alessandra FabbrettiDIRE

Ora che l’Egitto sta affrontando l’epidemia di coronavirus, da piu’ parti e’ stata invocata la liberazione di Zaki, affetto da asma e quindi particolarmente vulnerabile alla malattia.

Dopo essere stata posticipata per tre settimane di seguito, nuovo rinvio dell’udienza di scarcerazione per Patrick George Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano in carcere dall’8 febbraio scorso. Come riferiscono fonti dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr) all’agenzia Dire, “nessuno dei detenuti per i quali oggi era prevista l’udienza presso l’ufficio del procuratore e’ comparso in aula” e “questa volta non e’ stata neanche comunicata la data del prossimo rinvio“.

Come denuncia il rappresentante dell’ong, per la quale Zaki collabora e che gli sta fornendo sostegno legale, “lo Stato egiziano, ad ogni settimana che passa, raggiunge nuovi livelli in termini di violazione della Costituzione e della legge”.
L’udienza di oggi riguardava la richiesta di scarcerazione preventiva. Come denunciano l’Eipr e la famiglia dello studente, iscritto ad un master dell’universita’ di Bologna, Zaki dal 23 marzo si trova in custodia cautelare illegalmente dal momento che in quella data tale misura – che viene rinnovata ogni 15 giorni – e’ terminata e non e’ stata ufficialmente rinnovata.

Lo studente, di 27 anni, originario di Mansoura, e’ accusato di sedizione per alcuni post pubblicati su Facebook e rischia dai cinque anni di reclusione all’ergastolo. Ora che l’Egitto sta affrontando l’epidemia di coronavirus, da piu’ parti e’ stata invocata la liberazione di Zaki, affetto da asma e quindi particolarmente vulnerabile alla malattia.
Le associazioni per i diritti umani locali e internazionali continuano inoltre a invocare misure per decongestionare le carceri egiziane, a partire dalla liberazione dei prigionieri di coscienza. Non esistono stime ufficiali, ma secondo le ong si tratta di diverse decine di migliaia di persone.