“Intelligenza Artificiale e Democrazia”
Il Presidente di Open AI, Sam Altman. Ha chiesto aiuto al Senato Americano per stabilire norme e leggi che tengano sotto controllo la Intelligenza Artificiale. “ Se con l’IA si mettesse male, può finire molto male”…
E’ la prima volta nella liberista America, che un tycoon industriale si rivolge allo Stato, chiedendogli di intervenire. In realtà l’urgenza nasce dal fatto che il prossimo anno è l’anno delle elezioni presidenziali americane. E il timore che la IA influisca massicciamente sull’elettore, è reale. Secondo la società cybersecurity Imperva, quasi la metà del traffico nel web (47.4%) è stato prodotto da BOT. E due terzi di questo traffico automatizzato è alimentato da “bad bots”, cioè sistemi automatici maligni, che fingono di essere umani, per sottrarre dati o influire sulle opinioni del lettore. Un uso massiccio della IA avrebbe un impatto senza precedenti nelle scelte politiche di un elettorato, che vota con meno del 50% dei suoi aventi diritto, e con una gran parte dei votanti di facile manipolazione.
Mal al di la della contingenza, la domanda di fondo è: in una società dove la IA diventa l’elemento sui cui si costruisce un nuovo paradigma per l’umanità (incalzata fra non molto dall’uso della quantica, con effetti incommensurabilmente più profondi), quale è l’impatto per la democrazia, che suppone una partecipazione ed una scelta libera dei suoi elettori? Nelle ultime settimane, i pessimisti sono emersi in quantità e forze crescenti…
Per questa ragione, Il Comitato Promotore ha deciso, anche sulla base dei suggerimenti dei partecipanti del Primo Simposio, tenuto a Palazzo Falletti il 28 marzo ( di cui accludiamo un link perla totale copertura), di tenere un Secondo Simposio il giorno 28 Giugno, proprio sul tema della Intelligenza Artificiale e Democrazia.