Cosa c’è dietro al piano di Trump per il Medio Oriente

di Roberto SavioOTHERNEWS

Le vere ragioni che hanno spinto Trump a presentare il piano di pace per il Medio Oriente

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3 febbraio 2020 – Il piano di pace per la Palestina presentato da Trump è stato oggetto di commenti sui quotidiani ma non c’è stata nessuna dimostrazione per le strade nè alcuna forma di manifestazione popolare.

Questo significa che siamo entrati in un’altra epoca. Durante la mia generazione tutto il mondo marciava per le strade contro l’imperialismo, il colonialismo, in solidarietà con il popolo palestinese, in solidarietà con i popoli sotto la dittatura in Cile, in Argentina, in Uruguay, in Brasile. Oggi un piano tanto marcatamente a favore di Israele non ha avuto la minima reazione popolare.

Questa è una nuova epoca e il piano ovviamente sembra disegnato dal governo Netanyahu che è il governo più di destra della storia di Israele.

Riduce il territorio palestinese ad un 15% di quanto era stato previsto dal piano di ripartizione dell’aggressione di Israele. Toglie la possibilità ai palestinesi di avere un esercito proprio, confini propri invalicabili, togliendo alla Palestina il territorio dove si sono insediati 400Mila coloni, la valle del Giordano, una parte importante della Palestina che in cambio riceve parti di deserto del Negev. Ora questo significa la fine dei due stati previsti dal piano di pace originale.

I palestinesi innanzitutto sono divisi tra i più radicali e i più moderati, hanno un sistema elettorale disastroso per il quale non c’è in realtà una democrazia palestinese, hanno perso occasioni importanti per ottenere un piano di pace e negoziazioni meno svantaggiose di questa e, cosa più importante da non dimenticare, i paesi arabi hanno smesso di essere solidali con la Palestina.

Ormai non interessa più, alcuni stanno chiaramente negoziando con Israele, l’Arabia Saudita e gli Emirati, che sono la sponda del Medio oriente di Trump, hanno detto ai palestinesi di accettare, Trump ha detto: “Questa è l’ultima opportunità per la Palestina”. Per cui la causa dei due stati è definitivamente senza futuro.

Questo ci porta ad un’altra considerazione: perchè Trump fa questo? Probabilmente da una parte gli piace Netanyahu, dall’altra parte perchè ci sono riflessi americani conservatori in appoggio ad Israele.

Ma la verità è questa: Trump fa questo perchè gli assicura i 60 milioni di voti degli evangelici che sono per l’idea che la Palestina sparisca e ci sia solo Israele perchè secondo il loro codice religioso questo significa una seconda venuta di Gesù sulla Terra per cui tutti gli altri verrebbero giudicati da Dio in modo negativo e solo loro si salverebbero. Quindi per una immaginazione condivisa da 60 milioni di persone la condannata è la Palestina.

Ultima considerazione: la democrazia è uno strumento perfetto perchè rappresenta quello che pensano gli elettori ma se gli elettori si abbassano di livello, si abbassano di partecipazione e rappresentano teorie curiose, ci sono ora conferenze di terrapiattisti, di gente che pensa che la terra sia piatta, la politica si basa sempre di più su una serie di credenze, idee, supposizioni, che non esisterebbero in un mondo perfettamente istruito e logico.

Con la qual cosa non voglio parlare male della religione degli evangelici. Dico solo che una credenza è quella che determina la politica estera degli Stati Uniti, con Trump che sta marciando trionfalmente verso la sua seconda rielezione e con una serie di manovre, per esempio partecipare alla marcia per la vita contro l’aborto, che stanno facendo guadagnare a Trump una serie di appoggi di persone che ritengono che più importanti di quelli politici sono temi di religione o di etica.

Per cui siamo di fronte ad un elettorato nuovo, ad un mondo nuovo, a nuove priorità e ad un cambio quasi antropologico degli elettori.