Nazionalismo polacco e sovranismi sono figli dello stesso padre: il fallimento del neoliberismo.

di Cecilia CapannaOTHERNEWSThe Barricade

I giornalisti polacchi Boyan Stanislavski e Malgorzata Kulbaczewska – Figat hanno analizzato il fenomeno del nazionalismo in Polonia (VIDEO). Di fatto le dinamiche sono le stesse dei sovranismi in crescita in molti paesi del mondo.

Marcia per l’indipendenza dei nazionalisti polacchi a Varsavia – 11 November 2019. [Maciej Cieślak]

L’illuminante conversazione tra i giornalisti polacchi Boyan Stanislavski di The Barricade e Malgorzata Kulbaczewska – Figat di Strajk Eu sulle radici dello spostamento a destra del consenso politico in Polonia e sulle ragioni del successo del partito nazionalista Law and Justice di Jarosław Kaczyński, ha portato alla luce moltissime analogie con l’aumento dei consensi per i sovranismi in crescita in molti paesi del mondo.

Come Kaczyński, Trump, Bolsonaro, Orban, Le Pen, fino ad arrivare a Salvini, insomma i sovranisti e i nazionalisti del nostro tempo, di fatto hanno cavalcato l’onda della frustrazione e della rabbia del popolo trascurato dalle politiche neoliberali, approfittando del vuoto cosmico lasciato dalle sinistre.

I partiti progressisti, dopo la caduta del Muro di Berlino, di fatto si sono preoccupati solo di seguire il dictat “Mai criticare la transizione”, senza opporsi concretamente ai tagli selvaggi al welfare, alla compromissione dei sistemi pubblici di sostegno sociale come pensioni, istruzione, sanità. Hanno abbandonato i cittadini a se stessi, in balia delle politiche neoliberiste, in balia di elementi incontrollati come la finanza senza regole e il libero mercato, che li hanno trasformati in portafogli, in conti in banca, in compratori e niente più. I cittadini sono stati privati della loro identità.

A quel punto seminare la paura per il “diverso”, per lo straniero, per chi viene da fuori, è un gioco da ragazzi. E il gregge quando è spaventato corre nell’ovile, soprattutto se ci si serve della religione come panacea di tutti i mali e si esibiscono bibbie e rosari.

L’analisi dei due giornalisti polacchi, puntuale e profonda, esplora il fenomeno del nazionalismo polacco ma permette anche di individuare processi su larga scala, su scala appunto globale. La riportiamo qui di seguito, seguita dal video di The Barricade Channel

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Law and Justice, le promesse che i cittadini polacchi vogliono sentire

di Boyan Stanislavski e Malgorzata Kulbaczewska – Figat The Barricade

I media internazionali stanno dicendo molte cose sbagliate sui populismi e sull’emergere di nuove destre nazionaliste. In particolare stanno capendo abbastanza male cosa succede in Polonia e le dinamiche del processo politico interno.

VIDEOI giornalisti polacchi Boyan Stanislavski e Malgorzata Kulbaczewska – Figat analizzano il fenomeno del nazionalismo in Polonia

Sicuramente il nazionalismo polacco ha delle radici storiche ma dobbiamo guardarlo non solo con un approccio accademico, dobbiamo provare a comprenderlo come fenomeno che si sviluppa ai giorni nostri e che è diverso dalle forme tradizionali del nazionalismo di prima della seconda guerra mondiale.

Di fatto il nazionalismo, le forze che approfittano del nazionalismo, quelli che lo predicano e il fondamentalismo cattolico conservatore sono quelli che promettono il cambiamento e il cambiamento sta di fatto avvenendo, un cambiamento orrendo.

Nonostante i molti fallimenti del governo polacco, che è nazionalista, che è cattolico conservatore e che è ovviamente di destra, la sua posizione nei sondaggi e in generale nell’opinione pubblica è forte, forse grazie proprio alla insistente promessa di cambiamento.

L’aspetto della promessa del cambiamento è molto importante ma a questo va aggiunto un altro termine: comunità. Quello a cui il popolo polacco anela da tempo è il senso di comunità e il senso di stabilità. E questo è quanto emerge dai sondaggi sin dall’inizio degli anni ‘90, quando la Polonia ha affrontato la transizione dal socialismo reale al libero mercato, all’economia capitalistica.

A quel tempo ai polacchi fu detto che non valeva più “tutti devono prendersi cura di tutti” ma che bisognava pensare solo a se stessi, che non c’era più la società, che sostenere gli altri è un punto di debolezza, e che quelli che non hanno successo in questo tipo di mercato non sono persone di valore, sono dei perdenti e che la colpa è solo loro.

Non dimentichiamoci che all’inizio del XXI secolo, quindi meno di 20 anni fa, i polacchi avevano votato per il partito social-democratico che prometteva esattamente le stesse cose che Law and Justice sta promettendo ora: senso di stabilità, comunità, supporto per i più deboli della società e senso di uguaglianza. La promessa che a tutti saranno date la stessa attenzione e la stessa dignità.

Di certo se l’alleanza delle sinistre democratiche e il partito social democratico avessero agito in accordo con i principi social democratici, avrebbero governato fino ad oggi.

Dalla caduta del muro nel 1989 in Polonia si sono susseguiti solo disastri. Molti nei paesi occidentali non lo sanno e pensano che sia stato tutto meraviglioso per noi, che si siano festeggiate la libertà e la democrazia, cose che in effetti erano entrate a far parte della vita dei polacchi ma ci dobbiamo chiedere a quale prezzo.

Nel 1999 si è consumato uno dei peggiori incubi nella storia moderna polacca: c’è stata la fase finale della devastazione del sistema pensionistico polacco, dell’istruzione, del sistema sanitario, e la quarta riforma è stata quella dell’amministrazione pubblica con un’espansione della burocrazia a livelli mai visti nell’intera storia polacca sin dal 1918, cioè dalla creazione del moderno stato indipendente polacco. Una scivolata in basso della civiltà, quando tutti erano già disperati dal punto di vista economico, un collasso enorme che fece puntare il dito su chi aveva governato fino al 1999-2001.

I social democratici a quel punto fecero la promessa di riportare tutto alla normalità, la stessa cosa che Law and Justice sta facendo ora, anche se ovviamente i parametri sono cambiati. Kaczyński promette di rimettere in piedi lo stato, di farlo funzionare di nuovo, di ristabilire una società egalitaria adattando la narrativa all’ossessione anti-comunista sviluppatasi dagli inizi degli anni ’90.

I social democratici erano stati per primi le vittime di quell’ossessione, eppure erano stati eletti. Hanno fallito non solo perché non hanno onorato le promesse elettorali, hanno proprio fatto tutto il contrario di quello che avevano detto. Questo ha prodotto una stagnazione nella società e una specie di disorientamento tra cosa sia di destra e cosa di sinistra.

Quello che succede ora è che Law and justice dichiara di voler cambiare paradigma e che quello che vuole fare è diverso. Nella loro narrativa la mancanza di normalità ora non è più per colpa della destra come in passato, ora la colpa è dei LGBT e dei loro attivisti, la colpa è dell’Unione Europea, o il pericolo viene dalla Russia. Dunque creano l’ansia per uno stato di precarietà, di pericolo, di pre guerra, seminano paura per fare in modo che tutti si raccolgano intorno al loro leader.

Quindi la nozione di promessa di cambiamento e la nozione del senso di comunità sono assolutamente essenziali in un momento in cui non ci sono leadership alternative.

Law and Justice è stato l’unico partito negli ultimi 10 anni ad aver parlato ai polacchi facendoli sentire persone tutte uguali e dando loro valore senza metterli in discussione, non dicendo loro che forse sarebbe stato meglio imparare una lingua e rinnovare la visione per potersi interfacciare con l’occidente. Il messaggio è stato: “Voi siete grandi e meravigliosi come siete, siete stati sottostimati dal precedente governo liberale, noi invece vi daremo il meglio per come siete”.

Quindi dopo 30 anni di discorsi pseudo-educativi con cui si diceva ai polacchi che avrebbero dovuto cambiare la loro mentalità, la loro visione, questo è stato un messaggio di rottura: “Noi teniamo a te per quello che sei, una persona di valore, e ti daremo il meglio”.

E Law and Justice ha fatto anche qualcos’altro che gli altri partiti non avevano fatto: ha onorato le promesse fatte guadagnandosi così una grande fetta di elettorato.

Il nazionalismo è chiaramente presente nel programma di Law and Justice, i simboli nazionalisti sono sempre esibiti nei comizi ma non è questo il punto centrale del loro programma, non è questo che permette loro di allargare il loro consenso elettorale. Hanno conquistato i polacchi perché hanno dimostrato di tenere a loro, alle famiglie, alle nuove generazioni, di voler ripristinare i sistemi di sostegno sociale, e questo li ha portati dal 20 al 40%. I simboli e le reminiscenze nazionaliste del passato che loro utilizzano sono importanti solo per una parte dei loro elettori. Il nazionalismo di per sé non è il motore del processo politico interno.

Gli aspetti del nazionalismo sono pericolosi in altri ambiti: Law and justice sta consolidando quello che è stato fatto nei decenni precedenti, sta facendo dimenticare alle persone che ci sono altri paradigmi attraverso cui poter guardare alla società e al mondo della politica. Sta facendo credere loro che non c’è alternativa.

Di fatto portano le persone povere a diventare di destra, la ragione per cui vengono votati non è perché sono un partito nazionalista e di destra. La gente li vota per promesse di sinistra, per argomenti che sarebbero gli stessi di un programma di sinistra.

A questo punto ci si chiede: dove è la sinistra? Prechè nessuno ha veramente portato il cambiamento in concreto?

Forse alla sinistra polacca è mancato il coraggio, La sinistra polacca ha creduto che non ci fosse alternativa al libero mercato, alle politiche neoliberiste che hanno buttato nella spazzatura tutto il welfare e le strutture sociali guadagnate dalla Polonia negli ultimi decenni, tacciate di essere comuniste. La sinistra polacca ha difeso le minoranze, sostenendo l’individuo nella sua personale unicità e specificità, sostenendo le sue libertà, come essere gay o pensarla fuori dal coro, in accordo con le idee neoliberiste. Però nel concreto non ha onorato le promesse e ha permesso alla destra di creare una falsa alternativa utilizzando la paura del diverso. La sinistra quindi agli occhi dei cittadini è diventata una forza esterna, che impone ideali e ideologie e paradigmi stranieri, una forza in cui il popolo non si riconosce. Per il popolo la sinistra si è dimenticata dei veri polacchi, dei loro veri problemi. E invece di trasformarsi in una società multiculturale, aperta, si è arroccata nel nazionalismo.

Tutto questo si è inasprito con la crisi dei rifugiati durante la quale i media e la stampa di destra hanno fatto feroce terrorismo psicologico fomentando la paura per gli stranieri, mentre in passato, a metà degli anni ’90, i polacchi avevano accolto a braccia aperte i rifugiati della Cecenia e non c’era mai stata discussione sull’accettare o meno i musulmani. All’inizio della crisi dei rifugiati molti polacchi sentivano il dovere etico di accogliere, anche perché sono stati accolti loro per primi in passato, anche in un paese musulmano come l’Iran. Ma poi i media di destra hanno cominciato a spaventare con false narrative.

In passato inoltre i polacchi avevano un atteggiamento aperto anche nei confronti dei LGBT, e anche questo è cambiato nel momento in cui ha cominciato ad essere presentato come qualcosa che mette in pericolo l’identità polacca e la comunità. E tutti questi cliché che la destra sta usando contro i LGBT non sono polacchi né si tratta di propaganda russa, come sostiene l’opposizione. Questi luoghi comuni vengono dagli Stati Uniti, sono cose americane. In molti aspetti la destra polacca è una copia vera e propria della destra americana, si modella sulla destra americana, come il voler investire in armamenti ed esercito.

Quindi il nazionalismo non è il vero nucleo della destra polacca, è uno strato superficiale che copre altro. Serve per tenere insieme la comunità attraverso simboli comuni, la lingua, la religione. Ed è facile perché la Polonia è molto omogenea in questo senso.

Law and Justice non si è inventato niente di nuovo perché anche il precedente governo cosiddetto liberale aveva giocato con i paradigmi nazionalisti. Il sentimento cosiddetto anticomunista è iniziato ed è stato coltivato sotto il governo liberale. Un sentimento che in realtà oggi mette nel calderone del comunismo tutto quello che non sia di destra.

Un tempo si diceva che il fascismo in Polonia non sarebbe mai esistito, che non c’era l’humus per farlo attecchire, anche se qualcuno metteva in guardia dicendo che le cose avrebbero potuto finire molto male, ed eccoci qua, la frittata è fatta. Questo perché i polacchi non hanno avuto alternative ed anche perché la destra è l’unica ad aver messo in discussione la transizione neoliberista. Il dictat era “non criticare mai la transizione” e tutto quello che comporta. La destra invece lo ha fatto e la transizione neoliberista di errori ed orrori ne ha fatti tanti.

Considerare il nazionalismo la causa di questa situazione quindi è come nascondersi dietro a un dito, non è quello il vero problema. Il nazionalismo ha solo cavalcato i vuoti, le mancanze di attenzione che il popolo polacco ha accusato da parte dei governi precedenti. Questi sono i veri problemi da risolvere, le vere lacune da colmare.

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I giornalisti polacchi Boyan Stanislavski e Malgorzata Kulbaczewska – Figat analizzano il fenomeno del nazionalismo in Polonia