L’annuncio dei media statali: anche le ultime contee della provincia dello Guizhou ne sono uscite e in Cina è la fine della povertà assoluta.
di Guglielmo Rezza – OTHERNEWS

Le ultime contee in stato di povertà assoluta
I piani quinquennali vengono approvati per essere rispettati e così è stato anche questa volta. A fine Novembre, un mese prima del termine previsto, è stato annunciato il raggiungimento di uno degli obbiettivi che il Partito Comunista Cinese si era preposto per il quinquennio 2015-2019: sconfiggere la povertà assoluta.
Nello specifico, nell’ultima settimana di Novembre, è stata annunciata l’eradicazione della povertà assoluta in nove contee della regione sud-occidentale del Guizhou. Queste contee erano le ultime rimaste a livello nazionale, dopo che nel corso del mese erano già state rimosse dalla lista le regioni autonome dello Xinjiang, di Ningxia Hui, e del Guangxi Zhuang, nonché le provincie dello Yunnan, Sichuan e del Gansu.
Come è possibile notare con una breve ricerca, quasi tutte queste province sono situate in quell’entroterra del Paese, spesso troppo distante da quell’incredibile sviluppo economico e tecnologico che ha coinvolto soprattutto le grandi città della fascia costiera.
Festeggiare adeguatamente il compleanno del Partito Comunista
Il raggiungimento di questo storico obbiettivo entro il termine del 2020 non è una coincidenza. Il prossimo anno, infatti, il Partito Comunista Cinese, coetaneo di quello italiano, festeggerà il centesimo compleanno da quel lontano 1921 in cui venne fondato.
La sconfitta della povertà è stato da sempre un obbiettivo programmatico per il Partito, che dalla salita al potere nel 1949 ha perseguito questo scopo con alterne fortune attraverso i suoi piani quinquennali. Dopo la morte di Mao Tse-Tung nel 1976 e l’introduzione di importanti riforme e aperture economiche da parte di Deng Xiaoping, il Paese ha conosciuto quel vertiginoso sviluppo economico che l’ha portato ad essere la superpotenza che è attualmente.
Xi Jinping, divenuto Segretario di Partito nel 2012, nel XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese, ha deciso di portare a compimento l’opera. Nel 2014, quando venne fissato l’ambiziosa scadenza del 2020, erano ancora ben 832 le contee classificate in stato di grave impoverimento, all’interno delle quali vivevano circa 80 milioni di persone.
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Le criticità della lotta alla povertà assoluta
Il risultato raggiunto, che rimane in ogni caso ragguardevole, presenta tuttavia delle criticità. Le prime riguardano le tempistiche di questo traguardo: l’annuncio della sconfitta della povertà giunge in effetti con una certa puntualità a fine 2020, proprio prima della fine del piano quinquennale.
Sicuramente le autorità locali hanno cercato di affrettare il processo, per non essere i responsabili del mancato rispetto degli obbiettivi del piano. Del resto, la stessa Xinhua, l’agenzia di stampa governativa cinese, ha affermato, citando il direttore dell’Ufficio per l’Eradicazione della Povertà, che gli sforzi per terminare la povertà non sono ancora “completamente terminati” e che saranno necessarie ulteriori ispezioni e controlli.
Inoltre, bisogna tener presente che la soglia stabilita dal Governo Cinese per identificare la povertà assoluta e di 2300 yuan all’anno, ossia circa 350$, mentre la soglia definita dalla Banca Mondiale e pertanto comunemente adottata è di 1,90$ al giorno, per un totale di circa 700$ l’anno. La definizione di “povertà assoluta” cinese corrisponde dunque a circa la metà di quella definita dalla Banca Mondiale.
Le prossime sfide della Cina
Comunque sia, Pechino ha celebrato il successo e la Cina si accinge a chiudere il 2020 con un PIL comunque in crescita, incurante del coronavirus.
Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha già rilasciato un comunicato sul prossimo Piano Quinquennale, i cui cardini saranno crescita sostenibile, lo sviluppo di un solida domanda interna così da riorientare parte dell’offerta, al momento eccessivamente sbilanciata verso mercati esterni, e il progresso tecnologico, così da rendere la Cina leader globale nell’innovazione.
Vi è l’intenzione di costruire una “società moderatamente prospera” entro il 2035, elevando specialmente il reddito pro capite: lo scopo è quello di elevare quindi il reddito del cittadino medio cinese.
Del resto, al di là degli annunci trionfalistici, la Cina è un Paese ancora attraversato da profonde disuguaglianze, specialmente tra le aree interne rurali del Paese e le grandi città della fascia costiera e tra un numero crescente di miliardari -addirittura 878 secondo la Hurun Rich List 2020- a fronte di una classe media che fatica a consolidarsi.
La Cina è proiettata verso il futuro, ma per raggiungerlo avrà ancora molto da faticare.
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