Cosa è successo nel mondo questa settimana? Panoramica sui fatti globali principali, a volte trascurati dal mainstream.
a cura di Cecilia Capanna

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di Cecilia Capanna – 4-10 gennaio 2021
Ne avremmo fatto volentieri a meno ma purtroppo in questo Sunday Breakfast numero 65 non possiamo non parlare del fatto più discusso della settimana: l’invasione di Capitol Hill da parte dei seguaci di Donald Trump durante il Congresso per la ratifica di Joe Biden come nuovo presidente degli Stati Uniti. Roberto Savio aveva incredibilmente previsto tutto all’inizio dello scorso ottobre 👉 USA 2020, esiste ancora la democrazia?
“Due to travel restrictions, the United States organized the coup at home”
I social sono invasi da battute e vignette satiriche su quello che è stato considerato un tentativo di colpo di Stato, un evento in realtà decisamente tragico che ha causato la morte di 5 persone. Non si parla d’altro, girano foto di personaggi improbabili che sembrano usciti da Cinecittà degli anni’80. Il mondo intero è scandalizzato. Si grida all’allarme per la democrazia. Bush parla di “Repubblica delle Banane” mentre dall’Africa gli fanno il verso i presidenti del Kenia e dello Zimbabwe. Lo stesso Mike Pence rinnega Trump, ventilando la volontà di appellarsi al 25° emendamento per toglierselo dai piedi. Nancy Pelosi minaccia l’impeachment e i social media, da Facebook a Twitter, incluse le appendici Whatsapp e Instagram e tutto ciò che esiste in mezzo, hanno bannato definitivamente il Presidente americano ancora in carica fino al 20 gennaio.
Reazioni durissime ad un colpo dritto al cuore della democrazia. Ce ne parla Alice Minati 👇
Caso Assange, altra minaccia alla democrazia
In una situazione come questa, sarebbe stato ancora più letale per Julian Assange essere estradato negli Stati Uniti, come il Governo americano aveva richiesto all’Inghilterra. Fortunatamente la sentenza di lunedì scorso ha scongiurato questa orribile prospettiva ma Assange rimane ancora in carcere e anche il suo caso è una seria minaccia alla democrazia.
Carbone per la Cina
Il 6 gennaio, lo stesso giorno dell’assalto al Campidoglio americano, anche la Cina si è meritata carbone nella calza per aver maltrattato la democrazia. Di fatto sono stati arrestati più di 50 oppositori alle restrizioni imposte dal Governo cinese al territorio semi-autonomo di Hong Kong.
“È molto preoccupante constatare che la democrazia sia così violentata e malmenata proprio nei due paesi da cui dipenderà in larga parte il futuro del mondo“, mette in allerta Riccardo Petrella 👇
Sparizioni sospette
Che in Cina i Diritti Umani siano trascurati non è una novità. Sembrerebbe sparito nel nulla il fondatore dell’azienda cinese Alibaba, leader del e-commerce e concorrente di Amazon. Jack Ma, questo è il suo nome, è introvabile da due mesi, da quando cioè è partita un’indagine antitrust nei suoi confronti e lui si è permesso di dissentire pubblicamente. Un destino inquietante, comune anche ad altri personaggi di affari cinesi scomparsi negli scorsi anni. 👇
Distensione in Medio Oriente
Si spaccherà o non si spaccherà il mondo in due metà nei prossimi 10 anni dando luogo alla seconda Guerra Fredda? Intanto tra i paesi arabi tira un venticello che sembrerebbe di distensione. Proprio ieri sono state aperte le frontiere tra Qatar ed Emirati Arabi Uniti dopo oltre tre anni di blocco navale, terrestre e aereo imposto a Doha da Arabia Saudita, Emirati, Bahrain ed Egitto. In realtà si tratterebbe di una mossa dell’Arabia Saudita per ribadire la sua leadership in alcune dinamiche da definire meglio anche sul piano geopolitico mondiale. 👉 Sul disgelo con il Qatar l’Arabia Saudita impone la sua leadership
L’unione fa la forza
Ripetuta fino allo sfinimento, ma difficile da assimilare, la lezione della pandemia è stata aprire gli occhi all’umanità sulla necessità di affrontare unita i problemi globali. Cosa che richiederebbe l’intensificazione delle relazioni internazionali.
Un’occasione per i Paesi di scambiarsi tra loro visioni e programmi di azione è senza dubbio il G20, che nel 2021 sarà presieduto dall’Italia. Roberto Savio ci spiega nei minimi dettagli in che stato versa il sistema multilaterale in questi anni ’20 del XXI secolo 👇
La casa comune
Le ottime relazioni internazionali, e le conseguenti azioni condivise da tutti i Paesi, si rendono ancora più urgenti nel momento in cui si deve prendere coscienza che solo tutti insieme si può azzerare le emissioni di CO2 entro il 2030. Il pianeta Terra è la casa comune, se non la aggiustiamo siamo in pericolo.
Il report del 2020 sulla regione dell’Artico è a dir poco allarmante 👇
Ci fermiamo qui. Grazie dell’attenzione, buona domenica, alla prossima settimana.
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