È dal 7 novembre 2020 che Joe Biden ha preso il suo posto alla Casa Bianca come 46mo presidente degli Stati Uniti d’America. Dal giorno dopo, ha cominciato a firmare ordini esecutivi, provvedimenti, disegni di legge e non sembra rallentare il passo. Questa settimana si è parlato del filibuster: sì, in italiano si può tradurre con “filibustiere” (o, meno letteralmente, “ostruzionismo”) ma indica un modus operandi che, secondo il neo presidente eletto, continua da decenni a rallentare il Senato. Per fronteggiare la realtà odierna non si può andare a due velocità e per Biden l’ostruzionismo americano è da modificare.
di Marlene Simonini – OTHERNEWS
Contiamo gli innumerevoli provvedimenti di Biden
Dall’inizio del suo mandato, Joe Biden ha firmato:
- 34 ordini esecutivi
- 1 disegno di legge
- 56 nomine
Le tematiche dei provvedimenti di Biden che incontreranno l’ostruzionismo americano
Ciò su cui si è concentrato il neo presidente eletto è stato:
• rientrare negli accordi per il clima di Parigi dunque dare un impulso alla transizione energetica ai danni dell’industria fossile tanto cara ai repubblicani;
• interrompere i finanziamenti per la costruzione del muro di confine con il Messico;
• annullare il divieto di viaggio rivolto in gran parte ai paesi musulmani;
• aumentare le forniture di vaccini con richiesta ai viaggiatori internazionali di fornire un tampone Covid19 negativo prima di entrare negli States.
Principalmente, insomma, la volontà è stata quella di prepararsi sul versante covid e smantellare vecchi provvedimenti introdotti da Trump su tema immigrazione, clima ed equi diritti. A tal proposito, il 2 febbraio scorso lo stesso Biden ha voluto precisare:
“I want to make it clear — there’s a lot of talk, with good reason, about the number of executive orders that I have signed — I’m not making new law; I’m eliminating bad policy”.
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Come l’ostruzionismo americano è da modificare
Considerato quanti provvedimenti sta continuando a firmare, la marcia delle riforme di Biden procede a passo spedito, un passo non supportato dal modus operandi del Senato USA. Alcuni democratici hanno perciò proposto di eliminare o modificare la pratica del Filibuster.
Quando il presidente Biden entrò per la prima volta in Senato, nel 1973, vigeva il cosiddetto “ostruzionismo parlante”. Come ricorda lo stesso presidente:
“You had to stand up and command the floor, you had to keep talking”.
La procedura venne modificata nel 1975, data in cui il Senato abbassò la soglia per terminare il dibattito da 67 a 60 voti. Successivamente, l’allora leader della maggioranza del Senato, Mike Mansfield, implementò un sistema per gestire il dibattito in aula. In base a questa novità il Senato avrebbe passato la mattinata a legiferare sull’ostruzionismo mentre affrontava altre questioni nel pomeriggio. Tale metodo ha avuto come conseguenza un pesante rallentamento della legiferazione da parte del Senato americano.
Filibuster: sarebbe invece da eliminare totalmente?
I più progressisti propongono di eliminare completamente la pratica del Filibuster. Secondo la loro proposta ogni legge passerebbe con una maggioranza semplice ed in caso il Senato si fermasse su un 50 a 50 la vice presidente Kamala Harris fornirebbe il voto decisivo.
Biden, invece, non vuole eliminare l’ostruzionismo, vuole solo rimuoverne le appendici più ingombranti. Invoca infatti il ritorno del vecchio “ostruzionismo parlante”, utilizzato quando si affacciò per la prima volta al Senato. Un sistema che prevedeva alzarsi in piedi spiegare i propri punti di vista, convincere la platea senza mai fermarsi, dominare il palcoscenico. A quanto pare, pur ostentando una calma serafica, il neo presidente eletto ha una verve irremovibile e gli USA dovranno imparare come tenere il passo.
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