Le elezioni in Kosovo sanciscono il cambio generazionale della politica Kosovara: i giovani e le donne spingono alla vittoria i nazionalisti indipendentisti del Vetëvendosje!. Lotta alla corruzione e creazione di nuova occupazione le priorità in agenda mentre le prospettive di normalizzazione dei rapporti con la Serbia si complicano.
di Alice Minati – OTHERNEWS
I risultati delle elezioni in Kosovo
Alle elezioni del 14 febbraio scorso il partito nazionalista indipendentista di sinistra guidato da Albin Kurti ha conquistato oltre il 48% dei voti. Nel corso della travagliata storia della neonata Repubblica Kosovara – ufficialmente indipendente dal 2008 – questa formazione antisistema di sinistra, progressista e nazionalista ha già registrato un primato: nonostante le numerose elezioni tenutesi nel paese fino ad oggi (6 elezioni in 12 anni), nessun partito aveva mai conquistato così tante preferenze.
Inoltre, era dal 2010 che l’affluenza non raggiungeva il 47% degli aventi diritto. Una percentuale che, considerata la pandemia e il maltempo che ha colpito Pristina e il paese negli scorsi giorni, è il segnale che la voglia di cambiamento ha mobilitato la maggioranza dei kosovari a votare per “voltare pagina”.
La débâcle politica dei tradizionali “partiti di guerra” nelle elezioni in Kosovo
Dalle elezioni in Kosovo sono usciti sconfitti i tradizionali “partiti di guerra” guidati da leader politici che hanno combattuto contro la Serbia per la secessione e l’autodeterminazione del Kosovo. Divenute “élite politica” una volta terminato il conflitto, sono stati più volte accusati di corruzione e clientelismo. La débâcle di questi partiti si riflette nei numeri: il Partito Democratico del Kosovo dell’ex presidente Hashim Thaci raggiunge il 17,3%, la Lega Democratica del Kosovo del premier uscente Avdullah Hoti il 13,1% e l’Alleanza per il Futuro del Kosovo dell’ex premier Ramush Haradinaj il 7,4%.
Invece, al di fuori della politica kosovara, la minoranza serba residente nel paese si mostra come sempre compatta, votando in blocco la Lista Serba, partito telecomandato da Belgrado che si aggiudica i 10 seggi riservati a questa minoranza.
I giovani artefici del cambiamento nelle elezioni in Kosovo
All’esito del voto, il messaggio di ringraziamento che Kurti indirizza alla sua base elettorale rivela gli artefici del nuovo corso della politica Kosovara. Per Kurti i veri vincitori sono i giovani, le donne e la diaspora: la base elettorale che gli ha permesso di raggiungere un tale risultato.
Il Kosovo è il paese più giovane d’Europa. Su una popolazione di 1,8 milioni di abitanti il 50% della popolazione ha meno di 25 anni e l’età media è di 30 anni (rispetto ai 41 della Serbia o ai 46 della Germania). Questi giovani non hanno conosciuto o partecipato direttamente al conflitto con la Serbia ma hanno vissuto e vivono sulla propria pelle i disagi economici e gli scandali di corruzione che coinvolgono le tradizionali élite politiche al governo.
Le priorità del programma di Kurti: lotta alla corruzione e creazione di nuovi posti di lavoro
Non è un caso che Albin Kurti faccia della lotta alla corruzione sistemica e della creazione di nuova occupazione le priorità del proprio programma politico. In Kosovo gli stipendi medi sono di circa 500 euro al mese e la disoccupazione giovanile si attesta al 50%. Gli esponenti dei partiti tradizionali, una volta acclamati come eroi dell’indipendenza, agli occhi dei più giovani sono responsabili dei mali sociali ed economici che affliggono il paese.
Le donne kosovare verso un nuovo protagonismo
Il voto delle donne per il partito di Kurti è stato veicolato dalla decisione di unire la lista di Vetevendosje! con quella di Vjosa Osmani, giovane leader e astro nascente della politica kosovara. La trentottenne docente universitaria ha svolto negli scorsi mesi il ruolo di Presidente ad interim della Repubblica Kosovara, in seguito alle dimissioni del Presidente Thaçhi, inquisito per crimini di guerra dal Tribunale dell’Aia. Alle elezioni in Kosovo, la Osmani si è unita allo schieramento di Kurti, dando un forte contributo in termini di carisma e temperanza alla causa di Vetevendosje!.
Anche il nuovo protagonismo di giovani donne al potere è un segno del cambiamento che sta travolgendo il Kosovo e che vede nel nuovo schieramento autorevoli rappresentati. Basti pensare che negli anni successivi alla guerra con la Serbia le donne coinvolte in politica erano una rarità. Il cambiamento determinato dalle elezioni in Kosovo mostra che le giovani kosovare vogliono partecipare attivamente nel plasmare le politiche nazionali in meglio.
La rivincita politica di Kurti
Non è la prima volta che il Vatevendosje! risulta il primo partito alle elezioni in Kosovo. Già nell’ottobre 2019 il partito antisistema risultava primo partito con il 25% dei voti. Tuttavia, il governo di Kurti in coalizione con la Lega Democratica del Kosovo (LDK) durò meno di due mesi. I vecchi partiti della “coalizione di guerra” ripresero il controllo della situazione, e, complice la pandemia, sfiduciarono il governo di Kurti. Probabilmente prevalsero le pressioni americane che miravano a ripristinare il dialogo con la Serbia, nei confronti della quale Kurti sembra non voler cedere a compromessi.
Tuttavia, in questi due anni molto è cambiato: Thaci è stato decapitato politicamente dall’accusa del Tribunale dell’Aia di crimini di guerra e contro l’umanità, Trump non è più alla Casa Bianca e Kurti ha unito le forze insieme a Vjosa Osmani. Tutti questi elementi, insieme ai risultati delle elezioni, concorrono a determinare la svolta politica nel paese: riportare Kurti a capo dell’esecutivo e confermare Osmani a Presidente della Repubblica.
Il perenne contrasto con la Serbia
Nei confronti della Serbia, Kurti ha sempre dichiarato con fermezza che qualsiasi forma di dialogo doveva partire da un rapporto di reciprocità e uguaglianza. Nonostante le pressioni internazionali e europee, il processo di normalizzazione con la Serbia non verrà affrontato speditamente dalla nuova leadership. La questione dei rapporti con la Serbia – onnipresente ma fortemente divisiva – non rientra tra le priorità del governo che si verrà a formare.
Molto probabilmente Kurti cercherà di stabilire un dialogo con i rappresentanti della minoranza serba (la prassi costituzionale prevede che il governo riservi sempre dei ministeri a tale minoranza). Tuttavia, il dialogo si prevede complesso poiché la Lista Serba che monopolizza la rappresentanza dei serbi kosovari è una marionetta di Belgrado, la quale continua a considerare il Kosovo una sua provincia autonoma.
Inoltre, Kurti non sembra affatto intenzionato a cedere parti di territorio del Kosovo (del nord del Kosovo) alla Serbia in cambio del riconoscimento dell’indipendenza kosovara. Questa soluzione, propagandata dall’autoritario Presidente serbo Vucic e non invisa al precedente Presidente americano Trump, non viene neanche presa in considerazione dalla nuova leadership Kosovara.
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