Numero 76 – Cosa è successo nel mondo questa settimana? Panoramica sui fatti globali principali, a volte trascurati dal mainstream.
a cura di Cecilia Capanna
di Gianfranco Maselli – 22-28 marzo 2021
Siamo al numero 76 cosa è successo nel mondo questa settimana?
Alcuni di noi accusano la debolezza, altri resistono, altri ancora cadono. In un anno la pandemia globale ha portato effetti differenti in ognuna delle nostre vite. Il minimo comune multiplo che accomuna le nostre testimonianze è la stanchezza di fronte alla staticità e al ripetersi globale. Non può esserci, tuttavia, una chiave di lettura più limitata con cui approcciarsi ai fatti del nostro mondo. Anche questa settimana, al di là della staticità della pandemia, c’è più di un evento che urge narrare: la svolta in Spagna e quella in Tanzania, i risultati delle elezioni israeliane e il recente colpo di scena turco. Oltre la pandemia c’è sempre una scena globale in continuo movimento. Proviamo, come al solito, a raccontarla.
Poder elegir el morir sin sufrir
“Poder elegir el morir sin sufrir” è lo slogan che appare più di tutti sui cartelloni dei manifestanti che nelle ultime settimane sono scesi nelle piazze spagnole. Il motivo delle manifestazioni popolari è stato giungere al compimento di una riforma che il Partito Socialista cerca di portare avanti da anni, con una battaglia ventennale.
La battaglia sembra essere giunta ad una conclusione che, tuttavia ha sollevato l’opposizione delle Chiesa. Come si è arrivati all’approvazione della legge sull’eutanasia in Spagna? Chi ne sarà beneficiario? Raccontiamo gli sviluppi spagnoli e facciamo il punto sull’Eutanasia in Europa e nel Mondo con Rosarianna Romano 👇
L’esito delle elezioni israeliane
Da un paese andato alle urne quattro volte in due anni ci si poteva aspettare di tutto. I risultati definitivi diffusi dalla Commissione elettorale centrale di Israele in merito alle elezioni che si sono tenute lo scorso martedì 23 marzo nel paese non sembrano, tuttavia, non lasciar intravedere alcuna svolta politica.
Il Likud del premier Benyamin Netanyahu si conferma di gran lunga il primo anche se la sua coalizione sembra navigare nell’incertezza. Dobbiamo aspettarci nuove alleanze? Mentre i limiti del sistema elettorale israeliano sono sempre più tangibili, cerchiamo di raccontare nel dettaglio come sono andate le elezioni israeliane con Alice Minati 👇
La Turchia si ritira dalla Convenzione i Istambul
Tornare sui propri passi non è sempre un buon segno. La Turchia, ad esempio, è stato il primo paese a firmare la Convenzione di Istanbul, il trattato del 2011 volto a prevenire la violenza sulle donne.
Oggi, con la presidenza sempre più autoritaria di Recep Tayyip Erdogan, il paese si ritira dalla stessa convenzione, compiendo l’ennesimo passo indietro in materia di diritti umani e sollevando non poche proteste fra cui, ad esempio, quelle del Movimento delle Donne Libere Curde. Sorgono spontanee tante domande: Perché la Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul? Che tipo di reazioni ha suscitato la notizia? Cosa sancisce il testo della convenzione? Rispondiamo a queste domande con Naomi Di Roberto 👇
Svolta in Tanzania
Mentre il passo indietro turco suscita l’amarezza di molti leader politici globali e di chi non ha mai smesso di combattere per i diritti delle donne, in Tanzania tira un’aria molto diversa. Lo scorso 22 marzo ha prestato giuramento Samia Suluhu Hassan, la prima donna presidente dall’indipendenza del paese nel 1961.
L’elezione di Mama Samia, come già la chiamano i Tanzaniani, rappresenta una pagina di storia globale importante che ci spinge a riflettere. Quante donne presidente ci sono state nel mondo? Quante se ne possono contare attualmente in carica? Riflettiamoci su guidati dalla penna di Marlene Simonini 👇
Povera Acqua!
Concludiamo la nostra rassegna con una riflessione. Lo scorso 22 marzo abbiamo festeggiato la Giornata Mondiale dell’Acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per attirare l’attenzione del pubblico e portarlo a riflettere su quanto sia importante custodire al meglio uno dei beni più preziosi della natura.
Lo stato attuale della nostra acqua, tuttavia, non è dei migliori. Dalla sua privatizzazione alla monetizzazione, fino ad arrivare alla finanziarizzazione e al fenomeno dell’“acqua in borsa“. Riccardo Petrella ci propone una riflessione profonda partendo da un racconto di fantasia. Una provocazione che vede l’acqua ribellarsi fino a che i fiumi in rivolta esondano per sommergere la finanza e liberarsi dalla borsa.
Ci fermiamo qui. Grazie dell’attenzione, buona domenica, alla prossima settimana.